– Seicento volte no al polo sportivo che l’amministrazione comunale di Gazzada Schianno vorrebbe realizzare nei paraggi dell’area del Motocross. Le minoranze consiliari, infatti, hanno raccolto le firme promuovendo una vasta petizione popolare per indire un referendum nel quale i cittadini di Gazzada Schianno saranno chiamati a dire la loro sul progetto. Un progetto, definito “Natura e Sport”, che interessa un’area complessa da oltre 50.000 metri quadrati. Il piano, inserito nel Pgt approvato in Comune 4 anni fa, prevede una serie di interventi che vedrà la realizzazione di diversi impianti sportivi a partire dal nuovo campo di calcio, un secondo campo per gli allenamenti, un campetto per volley o basket, la tribuna che coprirà una parte dell’impianto, la pista d’atletica oltre agli spogliatoi e servizi vari, in particolare i parcheggi.
Ma c’è qualcuno che ne contesta il valore, tanto da raccogliere 600 firme tra i cittadini di Gazzada. In particolare ne viene fatta una questione di tutela ambientale visto che si sta parlando di un imponente polmone verde, ma ci sono anche altri aspetti che vanno oltre alla difesa del verde pubblico: «Le minoranze – spiega il sindaco di Gazzada, Cristina Bertuletti – hanno promosso questa petizione popolare perché ritengono che ci sia un problema di natura ambientale,
ma si dimenticano che si intende realizzare un polo sportivo per i ragazzi della città. L’altra questione sollevata è di opportunità: ritengono che sia meglio compiere degli interventi di manutenzione degli impianti esistenti, ma sarebbe un’opera impossibile. Buttare giù gli impianti esistenti e farne di nuovi al loro posto comporterebbe un costo esagerato che non potremmo mai sostenere». Anche la questione dei costi ha un suo ruolo: «In questo momento – insiste – vista la situazione del Comune con diversi mutui accesi nel corso degli anni che si stanno pagando non si possono compiere interventi non mirati. In questo caso poi ci sarebbe anche la collaborazione da parte dell’Insubria Calcio che ha già anticipato che darà una mano». A questo punto si aprono le porte al referendum: «Le minoranze – conclude – hanno raccolto queste seicento firme. Promuoveremo il referendum e poi vediamo come la pensano i cittadini. Spiegheremo quali saranno i vantaggi e credo che alla fine capiranno la bontà del progetto. E’ vero che si consuma del suolo, ma vengono realizzate opere sportive, utili per la nostra collettività».