Italia-Germania è sempre qualcosa di più di una semplice partita. È l’ennesima puntata di una saga infinita, il sequel di un kolossal calcistico, la riedizione di sfide al profumo di epica, come il 4-3 di Messico ’70 o il 3-1 di Spagna ’82. Al “Santiago Bernabeu”, in quella notte magica, c’era anche Claudio Gentile, eroe del Mundial vinto dagli azzurri di Enzo Bearzot.
A detta di tutti, i favoriti sono loro. Ma quante volte i verdetti del campo ribaltano i pronostici? Io credo che se l’Italia gioca come ha fatto fin qui, con lo stesso spirito, con quel piglio da squadra vera, possa mettere in difficoltà anche uno squadrone come la Germania. Mettere in difficoltà non significa vincere, ma quest’Italia ha le qualità per compiere un altro miracolo.
Va detto che gli spagnoli sono arrivati alla fine di un ciclo, ma questo non sminuisce il risultato dell’Italia, che ha giocato davvero una grande partita, mettendo in mostra una determinazione feroce. Stasera però sarà diverso, affrontiamo i campioni del mondo in carica: è la prova del nove. Se battiamo i tedeschi, vinciamo gli Europei.
Non sottovalutate l’entusiasmo: è una componente fondamentale per ottenere grandi successi. Pensi a quello che è successo a noi a Spagna ’82: siamo partiti così così, ma dopo aver battuto Argentina e Brasile ci siamo galvanizzati fino a pensare: ragazzi, qui si va fino in fondo.
Ne vedo parecchie. A cominciare dallo spirito, che è molto simile. Si vede che la squadra è unita, compatta, i ragazzi si aiutano l’un l’altro, proprio come noi in Spagna. Perciò possiamo essere fiduciosi.
Onestamente le ultime partite prima degli Europei avevano dato indicazioni negative sia per quanto riguarda il gioco, sia sotto l’aspetto della mentalità. Non ero per niente ottimista. Ma quando è iniziata la competizione, tutto si è ribaltato. Abbiamo battuto subito il Belgio, una delle favorite. Poi è arrivata la vittoria sulla Svezia. Il successo sulla Spagna, giocando in quel modo, ha confermato definitivamente che quest’Italia c’è, e può dire la sua.
La forza di questa squadra non è da cercare nei singolo: è il gruppo. Ogni giocatore si sacrifica per il compagno, ognuno va in aiuto dell’altro. Peccato per gli infortuni di De Rossi e Candreva: con loro due al meglio, avremmo avuto un 20-30% di probabilità in più di battere la Germania. Ma la cosa più importante è che il gruppo rimanga unito com’è stato finora.
Avere un reparto difensivo così affiatato è certamente importante, ma attenzione: contro la Germania campione del mondo bisognerà raddoppiare l’attenzione. Quando ti trovi di fronte certi avversari, se solo per un attimo pensi di essere bravo vai incontro a brutte sorprese. Aggressività e determinazione non devono mancare neanche per un istante.
Quella nazionale ha fatto la storia perché è arrivata fino in fondo battendo Argentina, Brasile e poi Germania, tutta l’élite del calcio mondiale. Soprattutto ha dato l’impressione di essere l’Italia di tutti gli italiani, capace di fare qualcosa di eccezionale proprio quando ha tutti contro. Ricordiamoci quante critiche e quanti problemi accompagnarono l’inizio della spedizione spagnola.
Riesco a separare nettamente le due cose, anche perché le persone che mi hanno trattato in quel modo non sono neanche più in Federazione. Avendo indossato la maglia azzurra, conosco bene il suo valore. Perciò farò sempre il tifo per l’Italia.
In Italia è più penalizzato l’onesto del disonesto: purtroppo è questa la verità, soprattutto nel mondo del calcio. Per me sarà molto difficile rientrare, perché quando ti metti contro il sistema, poi diventa dura. Non te la fanno passare liscia. Ma sia chiaro, non rimpiango nulla, sono orgoglioso delle mie scelte. Ci sono anche altre persone che, come me, si comportano in maniera leale e trasparente: il problema è che poi fanno fatica a trovare squadra. Non vogliono sottostare a certi giochi, e la pagano cara. Ma è sempre meglio andare in giro a testa alta e guardare le persone dritto negli occhi.
Italia o Germania. Chi passa stasera, ha buone probabilità di vincere la manifestazione.n