Se gli ultimi dati Istat, relativi al primo semestre di quest’anno, sull’occupazione in Italia parlano di una situazione di calo del numero di posti di lavoro e quelli lombardi di una sostanziale stagnazione, confermata anche da quanto emerso dall’indagine congiunturale sul scontro trimestre 2015 effettuata da Unioncamere, ben altri sono i risultati conseguiti nello stesso periodo dell’anno dal comparto della somministrazione.
L’Istat nel primo semestre di quest’anno, da gennaio a giugno, ha registrato un calo degli occupati, mentre il settore del lavoro in somministrazione, quello gestito dalla agenzie per il lavoro, è caratterizzato da un incremento, che si attesta addirittura attorno al 20%.
Un dato particolarmente significativo, perché il comparto della somministrazione è quello maggiormente legato alla situazione dell’economia reale; quando le cose vanno male, i primi a restare a casa sono proprio i lavoratori somministrati. È vero però anche il contrario, ovvero quando la situazione dell’economia migliora, sono anche i primi ad essere assunti dalle aziende; l’incremento del 20% fa quindi ben sperare nell’ottica generale di una ripresa di tutto il sistema produttivo nazionale e locale, dopo anni di crisi,
di lacrime e sangue e di disoccupazione.
A commentare con soddisfazione e fiducia questo dato è , amministratore delegato di Openjobmetis, l’agenzia per il lavoro che ha sede a Gallarate, nelle vesti di presidente di Assosomm, l’associazione di categoria che riunisce gli operatori di questo settore. «L’occupazione generata dal comparto della somministrazione resta positiva – dichiara Rasizza – nel primo semestre del 2015 si è registrato un incremento che sfiora il 20%; una corretta lettura del dato deve però tenere conto del picco di lavoro stagionale tipico dei mesi estivi». Ottimismo sì quindi, ma senza abbandonare un sano realismo, anche se le premesse per il proseguo dell’anno sono positive, anche grazie all’approvazione del Jobs Act da parte del Parlamento. «Il settore si conferma in salute – riprende il presidente – e in prospettiva non potrà che continuare a crescere; il Jobs Act ha valorizzato il lavoro somministrato come strumento in grado di iniettare efficienza nelle imprese e di creare occupazione regolare e tutelata, generata da buona flessibilità».
Il lavoro in somministrazione nel nostro Paese pesa ancora poco sul totale della forza lavoro, soprattutto se confrontato con i dati di altri Stati europei. In Italia, la somministrazione pesa per l’1,2% sulla forza lavoro, leggermente sotto la media europea che è dell’1,7% e decisamente lontana dal 3,9% fatto registrare nel Regno Unito. «La gelata del Fmi e gli ultimi dati Istat, tra luci e ombre, non devono scoraggiare» sottolinea Rasizza. Che invita a guardare al futuro con fiducia: «La somministrazione è strettamente connessa all’economia reale, dal nostro osservatorio recepiamo segnali positivi». Il presidente di Assosomm oltre al Jobs Act giudica positivamente le politiche sull’occupazione messe sin qui in campo dal governo nazionale. «Dall’inizio dell’anno – afferma Rasizza – le imprese stanno uscendo dall’immobilismo; questo grazie anche a una legge di stabilità che si è concentrata molto sulle politiche per l’occupazione».