«Senza firma non voliamo più». AirItaly protesta e resta a terra

Lo sciopero. Ventiquattr’ore di mobilitazione oggi per il personale navigante

AirItaly resta a terra e chiama a gran voce un contratto: per tutta la giornata di oggi, da mezzanotte a mezzanotte, il personale navigante (piloti e assistenti di volo) ha infatti indetto uno sciopero, promosso da Anpac e Anpav. Una mobilitazione che sicuramente creerà disagi, anche se svariati voli sono già stati preventivamente cancellati dall’azienda, la cui sede è a Malpensa.

Ma quali sono i motivi dello sciopero? Innanzitutto «a giugno quando ci fu il verbale integrativo firmato al ministero riguardante l’accordo quadro – spiega in una nota Federico de Andreis, vice coordinatore nazionale di Anpac (associazione Nazionale Professionale Aviazione Civile) – era previsto che i contratti in essere per il personale navigante (AirItaly e Meridianafly) sarebbero rimasti in vigore fino a futura stesura di un’armonizzazione contrattuale». Incontro che però, ad oggi, pare non esserci ancora stato.

«In poche parole ci stanno pagando come vogliono, senza pagare alcune indennità che erano previste dal nostro contratto e una serie di indennità che significano valori cospicui all’interno delle nostre buste paga – continua De Andreis – La motivazione data dall’azienda è che l’accordo quadro non le prevede quando in realtà l’accordo del 26 giugno prevede che “dalla data del presente verbale di accordo cessano di avere efficacia tutto agli accordi […] fatti salvi […] gli accordi aziendali relativi al personale navigante afferenti gli istituti oggetto di futura armonizzazione”. Quindi il nostro contratto dovrebbe ancora valere ma azienda interpreta unilateralmente questa frase, dicendo fino alla futura armonizzazione decido io quale voci pagarvi e quali no».

In sostanza, dunque, i dipendenti chiedono a gran voce una chiamata, una convocazione da parte dell’azienda per mettere la firma sul «nuovo contratto di lavoro visto che sono due mesi che perdiamo soldi nello specifico (a titolo solo esemplificato e non esaustivo) non ci pagano: le ore di simulatore ai piloti, le indennità per i responsabili di zona, le ore di volo quando viaggiamo da passeggeri».

L’oggetto del contendere sarebbero insomma una serie di indennità che dovrebbero e sono sempre state specifiche del contratto, che se sommate all’abbassamento della diaria giornaliera di 18 euro «ci penalizza fortemente». «È vero che la cosa importante è il lavoro, ma è anche fondamentale la qualità dello stesso – conclude De Andreis – Ogni contratto, ogni accordo deve essere immaginato proprio per azienda specifica. In questo caso un accordo del genere non tutela il personale e se queste sono le basi temo un futuro contrattuale che può essere solo peggiorativo, per il quale ancora non ci si siede ad un tavolo di trattative. Non si può accettare tutto perché si prevede un futuro migliore bisogna concentrarsi sull’oggi».