MILANO – “Vergogna lei e il preside”. E ancora: “Fascisti carogne tornate nelle fogne”.
Sono i cori dei manifestanti della Rete Milano Antifascista e dei rappresentanti di Adl Cobas e Usb, che hanno ‘accolto’ il sottosegretario all’Istruzione Paola Frassinetti all’Itis Molinari di Milano dove oggi partecipa alla cerimonia di commemorazione di Sergio Ramelli, il militante del Fronte della Gioventù ucciso vigliaccamente a colpi di chiave inglese nel 1975. Attimi di tensione quando Frassinetti era nel parcheggio della scuola con i manifestanti, divisi da un cordone della polizia davanti al cancello dell’istituto, che hanno chiesto le dimissioni della sottosegretaria. L’Anpi provinciale di Milano non partecipa al presidio davanti all’Istituto Molinari: è quanto precisa in una nota Roberto Cenati, presidente Anpi provinciale di Milano.
“Sergio Ramelli è stato ucciso da chi si diceva antifascista”, quindi dell’antifascismo “ci sono tante sfaccettature. A quell’epoca l’antifascismo militante era rovente, penso che adesso sia cambiato tutto e che sia importante parlare di libertà, partecipazione e democrazia”. Lo ha detto il sottosegretario all’Istruzione Paola Frassinetti che oggi ha preso parte alla cerimonia di commemorazione di Sergio Ramelli, il 19enne del Fronte della Gioventù ucciso nel 1975 da esponenti di estrema sinistra, all’Itis Molinari di Milano, dove Ramelli studiava. “Chi è per questi valori qui – ha aggiunto – non penso possa definirsi fascista”. “Questa visita l’ho già fatta quando ero vicepresidente della commissione Cultura” e “con me c’erano colleghi di tutti i partiti, compresi la sinistra e il Pd”. Quindi “io questa provocazione non la vedo assolutamente” ha precisato il sottosegretario.
“Entro fine marzo, quando è stato ucciso Tinelli, andrò al liceo Brera e porterò dei fiori alla targa che ho fatto mettere quando ero assessore”, perché Fausto Tinelli e Lorenzo ‘Iaio’ Iannucci erano “due ragazzi ammazzati mentre erano disarmati che amavano far politica”. Così il sottosegretario all’Istruzione Paola Frassinetti a margine della sua visita all’Itis Molinari di Milano dove ha partecipato all’annuale cerimonia di commemorazione di Sergio Ramelli, il 19enne militante del Fronte della Gioventù ucciso nel 1975 da esponenti di estrema sinistra. “Si parla sempre tanto di memoria – ha aggiunto – ricordare questi ragazzi credo sia molto importante”. Il 29 aprile, invece, “sarò ai giardini Ramelli insieme al sindaco Giuseppe Sala” per prendere parte alla commemorazione ufficiale del Comune: “Lì c’è un cippo che ogni anno viene omaggiato da Sala” e prima di lui “da tutti i sindaci di centrodestra e centrosinistra che si sono avvicendati a Milano”. Insomma, secondo Frassinetti “non c’è nessuna differenza nel ricordare vittime innocenti”, però “non c’è mai una protesta quando viene commemorato un ragazzo di sinistra ucciso”.
“Totale e affettuosa solidarietà a Paola Frassinetti. Mi unisco al suo ufficiale ricordo di Sergio Ramelli a cui Milano, come molte altre città italiane, dedica un luogo pubblico. Nel piccolo parco a suo nome ogni anno anche il sindaco Sala porta una corona al cippo che lo ricorda. E’ vergognosa, al di là di ogni legittima posizione politica, la contestazione di sedicenti antifascisti che meglio sarebbe qualificare pretestuosamente ignoranti. Gli atti pubblici del processo contro i suoi assassini infatti,
hanno confermato in sentenza che Sergio Ramelli mai si era reso responsabile di un qualsiasi gesto di provocazione e ancor meno di violenza. Bene ha fatto il Sottosegretario Frassinetti ad accomunare il suo ricordo a quello di Tinelli. Anche io, a Sergio, Fausto e Iaio, ho dedicato nel mio primo discorso al Senato da presidente, il mio commosso pensiero. Mi aspetto che tutte le forze politiche si associno al gesto di Paola Frassinetti. Senza se e senza ma”. Così il Presidente del Senato Ignazio La Russa.