VARESE Stava andando a salutare i suoi canarini e, nella gabbietta, al posto di Titti, ha trovato un serpente. Mercoledì, nel tardo pomeriggio, Tina Raffaini si trovava nella sua villetta, a Bobbiate, in località “il deserto”. Verso sera, come di consueto, la signora è scesa in giardino per togliere il bagnetto affrancato alla gabbia degli uccellini per offrire loro un po’ di refrigerio. La sorpresa è stata grande quando, avvicinandosi alla gabbia, ha visto arrotolato sul fondo un grosso serpente verde scuro,
con delle striature bianche lungo il corpo. Immediatamente ha gridato ai famigliari di accorrere. I cani, un Husky e un Breton, solo allora hanno fiutato la presenza del serpente e si sono messi ad abbaiare furiosamente. Questo soffiava e si aizzava contro i cani dall’interno della gabbia, come se si trattasse del suo rettilario, dimostrandosi aggressivo e per nulla impaurito.
Fino a quel punto nessuno aveva fatto caso agli uccellini, che da quattro, ahimè, erano diventati 3. Uno era già finito nella bocca e poi nella pancia del serpente che, guardandolo bene, presentava un rigonfiamento in cui si riusciva addirittura a scorgere la sagoma e il becco del malcapitato pennuto.
Dopo aver rinchiuso i cani, Gianni, il marito della signora, ha tentato di far strisciare il serpente fuori dalla gabbia, cercando di condurlo verso le sbarre con un bastone. Il serpente riusciva ad uscire con la prima parte del corpo, ma il rigonfiamento gli impediva di sgusciare fuori del tutto e rimaneva un pezzo dentro e uno fuori. Nel frattempo il canarino e i due cocoriti sopravvissuti rimanevano appollaiati sulle bacchette più in alto, impietriti per quanto stava accedendo.
Niente da fare. Il serpente non riusciva ad uscire. Ad un certo punto, però, ha cominciato a contorcersi su se stesso, in una sorta di strana danza. È subito apparso chiaro che, con quel movimento, riusciva a far risalire il canarino lungo il suo corpo. Alla fine, ha spalancato la bocca per far rimettere l’uccellino già parzialmente digerito (visibile nella foto).
Una scena “per stomaci forti”, che meraviglia per l’intelligenza dimostrata dal rettile. «Una gran fortuna vedere spettacoli di questo tipo» ha commentato successivamente Rainer Schneider , veterinario di Casbeno esperto in rettili. Si trattava di una ratera, scientificamente un Biacco. Una specie innocua che può raggiungere anche lunghe dimensioni (quello trovato era lungo almeno 80 cm). Capita raramente che la fame lo spinga ad avvicinarsi alle gabbie di canarini, anche se l’anno scorso un esemplare è riuscito a cibarsi di un riccio che si trovava nella sua clinica veterinaria. «Il serpente ha ingurgitato prima la testa e poi il corpo rivestito di aculei che non feriscono il rettile, a patto che il riccio non sia deglutito “contropelo». Il veterinario, quella volta, ha lasciato che il serpente digerisse e che si allontanasse. «La cosa più importante è non uccidere questi serpenti che non sono pericolosi per l’uomo. Anzi, aiutano a contenere il numero di topi di cui si cibano molto più frequentemente che di canarini». Per fortuna.
Adriana Morlacchi
e.marletta
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