Sesto, architetto morto in A26 I colleghi: “Era pieno di vita”

SESTO CALENDE Ha perso il controllo della macchina in autostrada, è stato sbalzato fuori dall’abitacolo finendo sull’asfalto. Il colpo è stato terribile e per Andrea Zanin, architetto di 39 anni da meno di due mesi residente in via Ticino a Sesto Calende, non c’è stato purtroppo nulla da fare. E’ morto praticamente sul colpo lasciando sgomenti i familiari e gli amici di Borgomanero, paese nel quale aveva da sempre vissuto prima del suo trasferimento in riva al Ticino.

Secondo una prima quanto sommaria ricostruzione, Zanin stava viaggiando da solo lungo la A26 in direzione Gravellona.
Mancava circa un chilometro allo svincolo di Arona quando, per cause tuttora da accertare, la sua macchina è venuta a contatto, urtandolo, con lo spigolo di un mezzo pesante che, viaggiando nella sua stessa direzione, gli stava davanti. A questo punto la macchina di Zanin si è ribaltata più volte sull’autostrada senza coinvolgere altri veicoli in transito. Il suo corpo, dopo aver sfondato il parabrezza, è stato sbalzato all’esterno finendo sul manto stradale. Il botto è stato terribile tanto da provocare la morte immediata dell’architetto. Sul posto sono intervenuti tempestivamente i mezzi di soccorso del 118, persino l’elisoccorso ma per Zanin non c’era purtroppo più nulla da fare.
Nnel pomeriggio di ieri dai colleghi del gruppo Giacomini di San Maurizio d’Opaglio hanno voluto rendere omaggio ad Andrea Zanin con una lettera aperta. «Era soprattutto un grande amico – ricorda Andrea Giacomini – amava il lavoro di squadra e aveva una grande umiltà, un professionista come pochi, intelligente e molto scrupoloso. Insieme avevamo realizzato grandi progetti e nonostante i differenti percorsi di studio avevamo condiviso fin dall’inizio la passione per l’architettura e per il design. Anche grazie al suo aiuto, io e la mia famiglia siamo riusciti a tradurre in progetti idee strategiche, in grado di conferire prestigio e autorevolezza all’azienda. Mi piace ricordarlo così, come uno dei collaboratori più preziosi, animato dalla passione per il suo lavoro e sempre con una mano tesa verso gli amici. Nella preghiera lo affidiamo alla Madonna, alla quale lui era molto devoto». «È con profondo sconforto che ho appreso la terribile notizia della morte di un caro amico – dice l’architetto Fulvio Guidetti – persona gentile e brillante e piena di vita con cui ho avuto il privilegio in questi anni di condividere sogni e ambizioni professionali, oltre che di apprezzarne virtù morali e di lealtà sincera».

b.melazzini

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