Sesto, Iacchetti canta Gaber per aiutare i Paesi poveri

SESTO CALENDE Sesto mette in scena la solidarietà e scomoda Gaber e il comico Enzo Iacchetti. Il Comitato Sesto per i Paesi Poveri guidato dal presidente Stefano Daverio, in collaborazione con l’amministrazione comunale (che ha concesso il patrocinio e sosterrà la spesa per i diritti d’autore dello spettacolo) e il Gruppo Commercianti hanno deciso di portare in città lo spettacolo “Chiedo scusa al Signor G” per finanziare tre progetti educativi dei missionari sestesi.

Lo spettacolo è previsto per sabato 4 maggio alle 21 alla Marna. La proposta sestese avanzata da Daverio è subito piaciuta all’Enzino nazionale, che si è mostrato disponibile a sostenere l’iniziativa benefica. «Se non ci fossero più di tre milioni di volontari – l’opinione di Enzo Iacchetti – l’Italia sarebbe un paese del Quarto Mondo. Io sono sensibile da sempre e sento di dover fare operazioni di solidarietà a favore di chi sta peggio, di chi ha perso la strada, di chi vede solo il buio».

Iacchetti non è nuovo a questo tipo d’azioni: con il comico Giobbe Covatta ha più volte operato in favore del Terzo Mondo. Per la causa sestese ha scelto di rinunciare al suo cachet: lo spettacolo costerà soltanto 7500 euro contro i 15 mila previsti. La pièce che porterà in scena è un adattamento delle prime canzoni di Gaber, quelle più scanzonate, corredate di monologhi divertenti che ricordano la sua tecnica del teatro-canzone e osservazioni sulla realtà odierna. Un modo per attualizzare l’ironia del grande signor G e divulgarla fra i giovani.

Le prevendite biglietti sono aperte. Alcuni incaricati del Comitato li distribuiscono per contatto diretto, mentre altri biglietti saranno disponibili presso il Comune, la libreria Carù di Gallarate e i Commercianti sestesi, che stanno operando anche per fare pubblicità allo spettacolo tramite l’urban blog IloveSestoCalende. «Il biglietto costa 28 euro – annuncia Daverio – Puntiamo su un guadagno netto di 4 mila euro per sostenere la scuola di Suor Adriana in Cameroun, l’istituto tecnico di padre Giuliano Riccadonna in Congo e la scuola alberghiera di Silvano Malini a Montevideo».
Paola Trinca Tornidor

f.artina

© riproduzione riservata