AZZATE La richiesta di dissequestro è stata rigettata in Cassazione ma il residence Sette Laghi di Azzate non si rassegna e già guarda all’udienza del 10 aprile quando gli amministratori saranno chiamati a rispondere delle accuse di abusivismo edilizio e di altri reati legati a problemi di natura ambientale di fronte al giudice.
«Pensiamo già ai prossimi passaggi – dice il presidente Alessandro Scandroglio – pensiamo al prossimo appuntamento quando ci sarà il procedimento penale il 10 aprile. La partita si gioca in quel momento. Non c’è rassegnazione, siamo convinti che tutto quello che c’è stato non è comunque venuto fuori dall’oggi al domani ma è venuto fuori in una situazione che si può dire consolidata ormai da una ventina di anni, frutto anche di precedenti autorizzazioni che le amministrazioni comunali avevano rilasciato ai singoli soci senza contare le ingiunzioni di demolizioni che erano state fatte su singole situazioni dove addorittura a fronte del pagamento di una sanzione si è mantenuta la struttura tale e quale senza bisogno di essere né adeguata né tantomeno demolita come il procedimento iniziale prevedeva».
«Parliamo – insiste Scandroglio – di ingiunzioni che il Comune aveva fatto agli inizi degli anni Duemila ai danni di un socio che con un pagamento di una sanzione aveva mantenuto tutto come prima. Per questo motivo riteniamo di avere una buona parte di ragioni su quanto fatto, non p è possibile che tutto venga trattato come se dall’oggi al domani fosse nato tutto di colpo». Ad aprile si torna in tribunale: «Adesso tutto si gioca sull’udienza del 10 – aggiunge – rispetto ai reati che ci venivano contestati. È stato attivato il sequestro preventivo – spiega – perché secondo loro si voleva evitare che il danno accertato dagli organi competenti potesse protrarsi, per evitare che se ne aggiungessero degli altri. Anche questo è l’assurdo della cosa, bastava responsabilizzare le singole persone e si poteva evitare secondo noi in questa vicenda un accanimento».
P. Vac.
f.artina
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