Adescava le vittime ancheggiando seminuda a bordo strada. Poi raccontava una storia lacrimevole e si faceva “prestare” del denaro. Presa la sexy autostoppista truffatrice della Briantea: per oltre un mese ha imbambolato camionisti e automobilisti in transito tra Varese, Como e Bergamo, mietendo qualche vittima anche oltreconfine. Ovvero in patria. Perché la bella malvivente tatuata è una svizzera di 31 anni, falsa barista, vera truffatrice, con base a Malnate.
E proprio di Malnate, dove la donna aveva un minuscolo appoggio che utilizzava saltuariamente, era la sua ultima vittima. Un trentenne di buon cuore al quale, a metà dello scorso settembre, è riuscita a spillare 200 euro. In due tranche, visto che la truffatrice era riuscita a convincerlo a fare un prelievo bancomat, facendosi consegnare il denaro davanti ala stazione carabinieri di Olgiate Comasco. A lei sono arrivati i carabinieri del nucleo operativo radiomobile di Varese e della stazione di Malnate. Fatali, per l’identificazione, i due tatuaggi che la donna, aggirandosi con pochi vestiti addosso, lasciava scoperti. Dylan e Ryan, questi i due nomi incisi nella pelle della trentunenne che segnalati dalle vittime quali segni particolari, le sono costati la denuncia per truffa.
In poco più di un mese la donna era riuscita a spillare più di mille euro. Il modus operandi era sempre lo stesso. La ragazza si piazzava in orario notturno a bordo strada sulla Briantea. Stivali inguinali, tacco alto, minigonna, generosa scollatura. Pollice alzato la donna si presentava come una bella ragazza in cerca di un passaggio. Probabilmente, visto l’abbigliamento, qualcuno l’ha certamente scambiata per una professionista del sesso.
In ogni caso agganciata la vittima per ragioni irrilevanti, la donna smetteva i panni della panterona aggressiva. O meglio, i panni se li teneva ben stretti addosso, trasformandosi all’improvviso in una sorta di madre coraggio. Il malcapitato di turno, tra le lacrime impiastrate di rimmel, si sorbiva la storia della sfortunata vita della trentunenne, madre sola di un bimbo ovviamente malatissimo e bisognoso di cure urgenti.
Cure farmacologiche, non vale nemmeno la pena di sottolinearlo, costosissime. E lei lì, mezza nuda nella notte, chiedeva qualche euro per comprare le medicine a questo povero figlio. Denaro che avrebbe restituito. La ragazza forniva un numero di cellulare e il nome del bar svizzero dove asseriva di lavorare. Intascati i soldi spariva nel nulla. Letteralmente: cellulare muto e al bar, che una delle vittime si è preso la briga di controllare, nessuno l’aveva mai vista.
I carabinieri hanno dato il via alle indagini arrivando rapidamente a svelare l’identità della donna e a far scattare la denuncia. Da capire ora quante siano le vittime: si sospetta che i galanti gabbati siano molti di più rispetto a quelli che hanno poi sporto denuncia.
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