Sgarbi chiede scusa a Morazzone “Mi dispiace. E stimo il sindaco”

MORAZZONE «Mi dispiaccio per quanto verificatosi in data 1 e 2 novembre 2009 e successivamente a Trieste il 6 febbraio 2010, e per tali fatti porgo le mie scuse, attestando stima per il sindaco di Morazzone, Matteo Bianchi, la giunta e la cittadinanza tutta», firmato Vittorio Sgarbi. Si chiude così, con una lettera ufficiale di scuse a Morazzone e ai morazzonesi la vicenda della triplice querela che pendeva sulla testa del noto critico d’atre per via delle pesanti affermazioni pronunciate contro l’amministrazione

comunale, i cittadini e il sindaco di Morazzone. «Non ho motivo di dubitare della sincerità delle scuse – spiega il sindaco Matteo Bianchi – e le accetto come farebbe un qualsiasi gentiluomo, in quanto il mio fine, da primo cittadino, non è certo quello di speculare ed accanirmi per recuperare qualche migliaio di euro, ma di ripristinare dignità al paese che è stata lesa con certe affermazioni. Di fronte alle scuse e al pagamento ho quindi ritirato le querele pendenti».
A quasi due anni di distanza dalla sua prima visita a Morazzone, i legali del Vittorio nazionale hanno scelto la strada della resa. Oltre alla lettera ufficiale di scuse, in municipio è arrivato anche un bonifico di circa seimila euro, a copertura totale delle spese legali sostenute dal Comune di Morazzone in questi due anni di battaglia. Tutto era nato quasi per caso. Il critico aveva preso a cuore la vicenda di una bella villa liberty, notata nel mese di luglio del 2009, quando Sgarbi era arrivato in paese per promuovere un’imminente mostra di pittura. La villa, già in disarmo, allora era prossima all’abbattimento e Sgarbi si prodigò per fermare quella che lui riteneva essere una «barbarie». Dopo settimane di dibattito e interventi esterni, la villa fu abbattuta per fare posto ad una palazzina. Uno «scempio» che Vittorio Sgarbi non ha mai digerito e di cui ha incolpato la stessa amministrazione guidata dal leghista Matteo Bianchi, attaccandolo in più occasioni, anche davanti alle telecamere di «Striscia la Notizia», senza risparmiare colpi sotto la cintola. I duri giudizi del critico d’arte avevano convinto l’amministrazione a promuovere tre diverse querele, per salvaguardare l’onorabilità della comunità, accostata addirittura alla mafia. Dopo le polemiche e i battibecchi si è arrivati alla piena soddisfazione delle richieste del Comune: «A un tentativo di accordo chiesto nei mesi scorsi dagli avvocati di Sgarbi noi non ci siamo tirati indietro – conclude Bianchi – perché sono sempre disposto al dialogo. Abbiamo però dettato condizioni non negoziabili, tra cui le scuse incondizionate e il pagamento di tutti gli oneri legali e processuali sostenuti dal Comune. Condizioni che dopo qualche mese di riflessione sono state accettate».

b.melazzini

© riproduzione riservata