Una fotografa di 55 anni di Carnago è finita nei guai per una rapina mai avvenuta. La commerciante si era inventata tutto perché sperava di risolvere qualche problema di natura economica potendo contare sul risarcimento del valore, superiore ai 5.000 euro, della macchina fotografica che aveva denunciato come danno della presunta rapina subita.
Per essere più credibile si era anche procurata dei graffi a un braccio, con tanto di certificato medico dell’ospedale e 7 giorni di prognosi per la guarigione.
Poi aveva raccontato che il suo laboratorio fotografico era stato assaltato- i fatti risalgono al 21 febbraio – da un individuo dell’est Europa. L’immancabile rapinatore straniero è lo stereotipo a cui la donna si è affidata per rendere ancora più veritiero il racconto, ma i carabinieri non hanno creduto a nessuna parola e si sono subito messi al lavoro per smascherare la simulatrice.
Alla fine, dopo essere stata messa alle strette, la donna non ha potuto fare altro che ammettere le proprie responsabilità, riconoscendo di essersi inventata qualunque cosa. Dovrà ora rispondere dell’accusa di simulazione di reato.
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