MILANO – “Le riserve idriche dovrebbero essere sufficienti a soddisfare i fabbisogni idrici estivi, ma la fine delle piogge ha visto, in soli 7 giorni, i livelli dei grandi laghi tornare sotto media e la portata del fiume Po praticamente dimezzata”. E’ quanto emerge dal report settimanale dell’Osservatorio Anbi sulle risorse idriche, che richiama l’attenzione su come, secondo il Joint Research Center, il 37,3% dei territori europei sia classificato ‘arancione’ (warning) e il 10,2% sia addirittura in ‘zona rossa’ (alert).
“I dati – segnala Francesco Vincenzi, presidente dell’Associazione nazionale dei consorzi per la gestione e la tutela del territorio e delle acque irrigue – evidenziano un quadro di sostanziale decrescita per la maggior parte dei corpi idrici; le piogge di maggio e inizio giugno hanno migliorato la condizione complessiva, ma non è certo il caso di lasciarsi andare ad un facile ottimismo poiché, ancora una volta, solo una minima parte degli apporti d’acqua è stata immagazzinata”.
”Come prevedibile, andando verso i mesi più caldi, rischiamo di rimpiangere la grande massa d’acqua, lasciata terminare inutilizzata in mare, senza considerare i gravi danni causati in molti territori”, aggiunge il direttore generale di Anbi, Massimo Gargano, ribadendo “l’urgente necessità di avviare una strategia per dotare il Paese di infrastrutture multifunzionali atte a gestire l’acqua, stoccandola quando arriva per utilizzarla nei momenti di bisogno. Il Piano Laghetti proposto da Anbi e Coldiretti è a disposizione”. Il report settimanale di Anbi segnala un calo repentino dei livelli dei principali bacini del nord, con il lago Maggiore a -17 centimetri rispetto alla media, il lago di Como -28,3 e solo il 51,8% di riempimento, il lago di Garda a -4,5 e il lago d’Iseo a -24,5.