Deposito di scorie nucleari, ecco tutti i chiarimenti del Joint Research Center di Ispra. «Quanta disinformazione sul nuovo deposito».
Il sito Isf (Interim Storage Facility) ospiterà «temporaneamente solo scorie già presenti ad Ispra» e verrà aperto al pubblico con un’esposizione artistica dedicata alla disattivazione nucleare a partire dal 29 settembre prossimo. È tempo di fare chiarezza sul “caso”, che in questi giorni sta solleticando la politica locale, del nuovo deposito per le scorie nucleari realizzato nell’area del Centro comune di ricerche di Ispra, di competenza della Commissione europea. In questi giorni sono girate diverse informazioni non veritiere,
secondo il Jrc: si è letto per esempio che questo deposito sarebbe il secondo più grande in Europa, oppure che arriveranno scorie da tutte le parti, o ancora che il deposito si trova nella fantomatica “Area 41” che richiama l’Area 51 segreta statunitense. In realtà, spiegano dal Centro, «il sito Isf (Interim Storage Facility) è il secondo deposito sul sito del JRC di Ispra, e quindi non il secondo per dimensioni, né in Europa né tantomeno nel mondo».
Importante chiarire anche che si tratta di un deposito «destinato ad ospitare temporaneamente solo scorie che sono già sul sito di Ispra, sia nel vecchio deposito che attualmente è saturo, sia quelle che ancora saranno generati durante i lavori di smantellamento dei due reattori nucleari dell’ex Euratom (Ispra-1, il vecchio reattore da 5 Megawatt progettato da Enrico Fermi, spento dal 1974, e Essor, reattore per ricerca da 42 megawatt, spento dal 1983), tuttora in corso». Si tratta quindi di un deposito adibito esclusivamente allo stoccaggio in sicurezza in attesa del trasferimento nel deposito nazionale delle scorie nucleari, la cui localizzazione peraltro non è ancora stata definita dal governo italiano.
Così ad Ispra, assicurano dal Jrc, «non arriverà nessun tipo di scorie di nessun altro Paese europeo e nemmeno dall’Italia». Nessun particolare “mistero” neppure sul nome del deposito delle scorie: «L’Area 41 non esiste e sicuramente il numero non c’entra niente con l’Area 51 statunitense. Semplicemente il sito Isf è classificato come edificio 41m nel complesso chiamato Area 40, che raccoglie tutti gli impianti di gestione rifiuti radioattivi del sito di Ispra». Dal Centro aggiungono infine che «il deposito è già pronto, ma prima di essere utilizzato, il JRC organizzerà un evento scientifico-artistico in cui artisti creeranno opere artistiche legate alla disattivazione nucleare, usando i fusti che raccolgono le scorie nucleari. Per sfatare ogni preoccupazione e per garantire la massima trasparenza, «l’esposizione avrà luogo nell’autunno di quest’anno, a partire dal 29 settembre, proprio all’interno del nuovo deposito che per il momento è vuoto».n