– Una matricola veloce e resistente. , al primo anno di Scienze motorie all’Insubria, ha corso i 3.000 metri nei campionati italiani indoor junior promesse, che si sono svolti ad Ancona il primo fine settimana di febbraio, piazzandosi al terzo posto con un tempo di 10’16”81. La mezzofondista, che all’atletica si dedica da quando era ragazzina, arriva da Besozzo, macina 6-7 allenamenti la settimana e fa parte degli studenti del College di Mezzofondo dell’Ateneo.
La passione di Silvia arriva da lontano, anzi dal suo Dna, dal momento che anche il papà è uno sportivo e per di più titolare di una palestra. Così, quando si è trattato di scegliere l’università, non ci sono stati dubbi su quale fosse la sua strada.
Silvia, classe 1995, è cresciuta a pane e sport e ammette: «Nella mia vita ho provato e provo tutt’ora tantissime discipline: dalla danza alla pallavolo, fino al calcio giocato con gli amici».
Lo sport più bizzarro? Per lei è stato l’hydrospeed, considerato sport acquatico “estremo”, praticato scendendo la corrente dei torrenti con una sorta di bob. Un’esperienza che non ha certo conquistato il suo cuore: «Lo ho trovato divertente e adrenalinico quanto basta – ammette Silvia –
ma certo non direi che fa per me». Sulle sue preferenze non ha dubbi: dopo l’atletica, ci mette lo sci, dove ama più le piste da discesa rispetto al fondo.
La sua storia di atleta è cominciata all’età della scuola primaria. All’inizio c’erano la ginnastica artistica e la danza, vere passioni per tantissime bambine. Solo dopo è arrivata anche l’atletica: disciplina di fatica e sudore. «Dalle medie ho cominciato a fare più allenamenti nella corsa – dice – fino a quando, in seconda superiore, ho lasciato la danza per dedicarmi solo all’atletica». Gli anni del liceo linguistico, frequentato a Besozzo, sono stati scanditi da studio e allenamenti: «Lo sport però insegna ad avere disciplina in generale e questo mi è servito molto anche nello studio».
Adesso che siede sui banchi dell’università da pochi mesi, la sua vita continua ad essere divisa tra lo studio e il tempo trascorso sul campo di atletica, dove passa circa due ore ogni giorno.
Per quanto riguarda la sua formazione e il suo curriculum, le idee si stanno già facendo più chiare con il passare dei mesi. «Nel mio piano di studi – spiega – ho inserito un corso sui trigger point: un argomento di cui si parla molto in questo momento, perché unisce l’aspetto sportivo con quello del benessere e con aspetti fisioterapici che sono importanti quando si lavora in ambito sportivo».
Ma nella vita di Silvia non c’è spazio solo per la corsa. «Ho la passione della fotografia – racconta – e ho fatto anche qualche corso per imparare qualcosa in più. Anche se devo ammettere che da quando ho cominciato l’università il tempo che ho a disposizione è davvero poco».
Il suo soggetto preferito? Indubbiamente si chiama Cocò, la sua dolcissima golden retriever con la quale non fa mistero di avere un fortissimo legame, che solo chi vive con un cane può comprendere fino in fondo.
A vent’anni ancora da compiere, come vede il suo futuro? «Come per ogni atleta – dice con sincerità estrema – il sogno vero è quello di gareggiare e vincere, ma in pochi ce la fanno. Per me sarà altrettanto bello poter allenare e fare dello sport il lavoro delle mia vita».