Altare e polvere. Un miracolo su Procaccio nel primo tempo, poi però fa tremare lo stadio con due interventi un po’ goffi.
È un giocatore generoso, che non si risparmia mai e che dunque si espone a qualche errore di misura e di precisione. Per cui però non merita di essere punito.
In collaborazione con Arca, è colpevole sul gol del pari. Si fa perdonare segnando il gol del 2-1, ma gli viene annullato.
Monumentale, coraggioso, preciso, sfortunato, commette un solo errore nel primo tempo. Si sta meritando lo spazio mai avuto in due stagioni e mezzo a guardare gli altri dalla panchina. Segna il suo primo gol col Varese ma la terna glielo toglie.
Tomaselli è forte, veloce, funambolico e lui non gli prende mai le misure. Respira solo quando l’avversario esce per infortunio (CARECCIA 5,5: entra deconcentrato e di conseguenza sbaglia molto).
Sottotono rispetto alle ultime uscite, è comunque una presenza importante in mezzo al campo.
Quando gli altri calano lui cresce esponenzialmente. Nel finale è insuperabile, chiude su tutti e rilancia l’azione. Avrà corso due maratone in una sola partita: sembrava stanco, ma è insostituibile.
Un bel primo tempo, in cui si fa spesso vedere a sinistra ed è un fattore. Prevedibile il calo nella ripresa, ma sta mostrando qualcosa di interessante (ZAZZI 6: diversi errori fino al palo finale, che sarebbe stato il regalo più bello per lui, i tifosi e il compleanno della sua mamma).
Si accende e si spegne ma non riesce mai a trovare una giocata risolutiva. È ciò che gli manca in questa stagione, perché appare spesso fumoso e poco concreto.
A un certo punto è Repossi contro tutti, fa impazzire Salomone, trova sempre la giocata giusta per creare superiorità. Finisce con le mani sulle ginocchia dopo l’ennesima partita a cento all’ora.
Quarto gol consecutivo, diverse belle giocate e una costante sensazione di pericolosità. È però spesso solo in mezzo a tre avversari e così non può far miracoli.
Il Varese gioca la sua miglior partita stagionale ma non basta. Inizia a vedersi una squadra, ma purtroppo è tardi.