«Non bisogna demordere, anzi è venuto il momento di serrare le fila; altrimenti se ci dividiamo Poste ha già vinto». , sindaco di Brenta ed ex consigliere provinciale, prova a risollevare il morale dei sindaci della provincia di Varese, dopo il fallimento dell’assemblea dei primi cittadini convocata sabato scorso a Brebbia, dove si sono presentati solo 28 Comuni sui 139 invitati, nessun consigliere regionale e un solo parlamentare.
I 28 hanno deciso di chiedere al presidente della Provincia di convocare un’assemblea simile, con gli stessi invitati, a Villa Recalcati, per dare un tono istituzionale alla protesta. «Ho parlato personalmente con il presidente Vincenzi – rivela Ballardin – la sua disponibilità c’è, ora tocca al territorio in tutte le sue componenti, fare la propria parte».
Il primo cittadino di Brenta avanza una proposta ai colleghi in vista dell’incontro dei sindaci in Provincia,
che non è ancora stato fissato. «Presentiamoci tutti con la fascia tricolore, per dare valore istituzionale alla protesta e per sottolineare il nostro ruolo di rappresentanza di migliaia di cittadini che si vedranno sottrarre il servizio postale» propone Ballardin. Il piano di razionalizzazione di Poste Italiane entrerà in vigore il prossimo 13 aprile e prevede per la provincia di Varese la chiusura di sette uffici postali e la riduzione degli orari di apertura per altri 15; ad essere colpiti sono i Comuni più piccoli e le frazioni. «Dobbiamo tenere alta la guardia – prosegue il primo cittadino di Brenta, paese non direttamente coinvolto nel piano – dobbiamo stare uniti, perché non si tratta di una vicenda di partito ma che riguarda tutti i cittadini che rappresentiamo». La questione Poste è ovviamente molto complessa; dividersi o mollare la presa sarebbe prima di tutto una sconfitta del fronte dei sindaci più che una vittoria di Poste.
Il tempo stringe e non sono ammesse più defezioni come le tante purtroppo che si sono contate sabato scorso all’Auditorium di Brebbia e che hanno indotto il sindaco brebbiese a fare un passo indietro come coordinatore dell’assemblea che da due anni si batteva contro i disservizi postali. «C’è in gioco il futuro dei servizi di tutto il nostro territorio – sottolinea Ballardin – nessuno può sottrarsi o sfilarsi, altrimenti è meglio che si faccia eleggere da un’altra parte, in un’altra provincia o regione».
Una vera e propria chiamata alle armi, senza possibilità di appello. A margine dell’incontro avuto ieri con la dirigenza provinciale di Poste Italiane, il presidente della Provincia Vincenzi ha confermato la sua disponibilità ad incontrare i sindaci. «Sono ovviamente disponibile – le parole di Vincenzi – verificheremo e concorderemo le modalità dell’incontro».