New York, 3 ago. (TMNews) – Al termine della terza riunione in appena 24 ore, il Consiglio di Sicurezza dell’Onu non è ancora riuscito a raggiungere un accordo su una risoluzione di condanna del regime di Damasco, che prosegue la sua sanguinosa repressione delle manifestazioni di protesta nel paese. Secondo quanto riferito da fonti diplomatiche, si sarebbero registrati dei progressi nei negoziati, ma le divisioni tra i quindici membri del consiglio non permettono ancora un’intesa su un documento finale.
Sul tavolo, d’altra parte, restano tutte le divisioni degli ultimi due mesi, evidenti anche nella riunione di ieri, con Washington e Bruxelles a favore di una condanna mentre Cina e Russia sono pronte a bloccare ogni risoluzione in questo senso. Ieri, i Paesi europei hanno proposto un nuovo progetto di
risoluzione, senza successo. “Niente di nuovo”, ha fatto sapere
l’ambasciatore russo Vitaly Churkin. Dello stesso avviso il
collega indiano Hardeen Singh Puri, per il quale “il testo che
era sul tavolo non è stato modificato, se non per qualche
aggiornamento tecnico”.
Tutto da rifare, dunque, mentre il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, è tornato a condannare le violenze definite “totalmente inaccettabili”. Parlando del presidente Assad, ha detto che ormai “ha perso ogni senso di umanità”, aggiungendo che delle sue azioni “sarà responsabile davanti al diritto internazionale”.
Ma se comune è il convincimento che la violenza non rappresenta una soluzione alla crisi, non tutti concordano sull’opportunità di un documento di condanna risoluta nei confronti di Damasco e di Bashar al Assad. La Russia e la Cina, in particolare, hanno minacciato di usare il loro diritto di veto per bloccare ogni risoluzione di questo tipo, mentre Brasile, India e Africa del Sud hanno fatto sapere che faranno mancare il loro sostegno.
(font afp)
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