Siringhe, sporco e degrado La stazione di Busto è malata

BUSTO ARSIZIO Stazione centrale sicura? «Macché, qui ci vorrebbe un presidio fisso». Sfumata, o finita nel dimenticatoio, l’ipotesi di una presenza della Polfer, i frequentatori dello scalo di Piazza Volontari della Libertà chiedono che le istituzioni tornino a prendere possesso degli spazi in preda al degrado. Eppure mercoledì sera in consiglio comunale l’assessore alla Sicurezza Claudio Fantinati< aveva dato conto dell’ultima riunione del comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza, dedicata proprio ai casi delle stazioni ferroviarie di Busto, in cui era emersa una situazione di «non particolare pericolosità» e in cui il degrado legato alla presenza dei senzatetto sarebbe risultato nella norma.

Una lettura che non convince chi vive da vicino la situazione quotidiana della stazione. «Qualche sera fa ad esempio ho dovuto chiamare più volte il numero unico di emergenza per far sloggiare un clochard dall’atrio – racconta Ivan Forestieri, cittadino di Busto che frequenta abitualmente lo scalo Fs – in orario di punta aveva fatto scappare via tutti gli utenti, perché era sporco e rifiutava di essere assistito, quindi non c’era alternativa che chiamare la forza pubblica».

È solo uno degli episodi che caratterizzano la quotidianità del degrado umano che transita per la stazione. I problemi segnalati dagli utenti sono molteplici: si va dai continui furti di biciclette al deposito ancora privo di un controllo costante (si contano una quindicina di catene rimaste legate alle rastrelliere e abbandonate) all’ormai cronica questione dei servizi igienici chiusi da anni, dopo che erano stati vandalizzati. La sala d’attesa è di fatto inutilizzata, dopo che in passato era stata chiusa per degrado: la presenza continua dei senzatetto la rende spesso invivibile.

L’angolo più allarmante è quello dietro l’edificio che ospita i bagni: tra rifiuti abbandonati di ogni genere e bottiglie di vetro rotte spuntano qua e là delle siringhe, segno della presenza di tossicomani. Nell’area dell’ex scalo merci inoltre c’è un garage prefabbricato aperto che è evidentemente utilizzato come rifugio notturno dai clochard, mentre tra gli stabili inutilizzati spuntano degli estintori abbandonati.

«È vero – ammette Forestieri – rispetto a qualche anno fa la situazione è migliorata, ma basterebbe poco per rendere questo scalo davvero sicuro e vivibile. Se ci fosse un presidio fisso di sicurezza, anche solo un ufficio distaccato della polizia locale, si tornerebbe a percepire la vicinanza delle istituzioni. Invece così torna la sensazione di un luogo abbandonato». Il tutto mentre il futuro dello scalo, con i punti di domanda sul dormitorio per i clochard, è ancora legato alle «relazioni complicate con Rfi», ammesse dallo stesso sindaco Gigi Farioli in consiglio comunale.

b.melazzini

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