L’Aquila, 8 apr. (Apcom) – La situazione del capoluogo abruzzese coglie quasi impreparato il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi che nel corso del suo sopralluogo, il primo a L’Aquila in questi tre giorni consecutivi di visita, si lascia scappare con chi lo accompagnava: “Qui è molto peggio di quanto si pensasse. Ritenevo che la situazione peggiore riguardasse soprattutto le vecchie case ma qui invece la cosa è generale: non c’è una casa integra”.
Seguito da un minicorteo di addetti ai lavori e di giornalisti, ridotti all’osso proprio per i rischi di crolli, il premier si è preoccupato che tutti stessero lontani dagli edifici: “Non state sotto i cornicioni – ha detto raggiungendo corso Savoia – perchè ci dicono che, se arriva una scossa, viene giù tutto e ci dicono – ha aggiunto – che ne arriveranno ancora”.
La visione di una città colpita al cuore dal terremoto e completamente disabitata, con case lesionate in modo grave, quasi definitivo, fa nascere nel premier anche un sentimento di paura. E lo lascia intendere quando, parlando con alcune squadre di soccorso, dice: “Io da genitore non porterei mai più la mia famiglia in una casa anche se mi dicessero che si può riparare. Perchè se arriva una scossa più forte…. Per quelle che sono rimaste – ha concluso – e che possono essere medicate bisognerebbe comunque intervenire rifacendo tutto daccapo perchè si può tornare a vivere in una casa solo in una situazione antisismica al cento per cento”.
Pda/Sar
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