Giovedì 2 marzo all’Assemblea Nationale francese è stata presentata dal deputato centrista Laurent Marcangeli una proposta di legge volta ad impedire l’accesso ai social network ai minori di 15 anni. Ciò dovrebbe avvenire attraverso un meccanismo di controlli formali sulle generalità del potenziale cliente, controlli che saranno a carico dei gestori delle piattaforme e che per questo, in casi di comportamenti laschi o reticenti, rischierebbero multe “fino all1% del loro valore d’affari certificato”. La proposta di legge Marcangeli (a differenza di altre, in qualche modo simili, presentate in passato) ha riscosso ampi consensi e sta già aprendo un dibattito importante nel Paese.
Da più parti si sottolinea (secondo me a giusta ragione) che la norma, se approvata, avrebbe un importantissimo effetto annuncio al di là del fatto che sarebbe di difficilissima applicazione. Sarebbe il segnale che comunque anche le Istituzioni tentano qualcosa contro le gravissime distorsioni e gli effetti nocivi ormai ben noti a livello scientifico ed inconfutabili che l’uso distorto dei social può portare soprattutto sui più giovani e sui più fragili. Non è un caso che a conclusioni simili (necessità comunque di un “barrage” all’accesso indiscriminato ai social), pur partendo da motivazioni del tutto diverse, sia arrivato il più visionario e innovatore tra i protagonisti di Internet, Elon Musk. Musk, infatti, appena ha acquistato Twitter, ha imposto un prezzo (quindi una selezione, anche se economica) per accedere ai servizi migliori del Social.
Mario Masi