Solbiate, nelle acque dell’Olona spunta un altro Pitbull morto

Solbiate Olona La storia si ripete. Si avvicina la bella stagione e torna l’incubo dei Pitbull abbandonati nelle acque dell’Olona. Due anni fa nella griglia del fiume, all’altezza dell’ex cotonificio di Solbiate Olona, la protezione civile aveva ripescato otto carcasse di cani, di cui almeno quattro riconducibili a molossidi. Lo scorso anno, a giugno, il corpo di un altro cane di taglia grande era stato ritrovato incastrato nello stesso punto. Dopo un anno esatto i volontari della Prociv sono stati chiamati per rimuovere l’ennesima

carcassa.
Il ritrovamento è avvenuto sabato quando la proprietaria dei capannoni dell’ex cotonificio solbiatese ha notato un animale di grandi dimensioni che bloccava la griglia dell’Olona. «Sembrava a tutti gli effetti la carcassa di un Pitbull adulto – spiega Antonio, uno dei volontari del gruppo di Protezione civile intervenuti sul posto  – aveva ancora il pelo nero ed era gonfio d’acqua. Il peso si aggirava intorno ai 60-70 chili». Il corpo dell’animale era già in avanzato stato di decomposizione ed è stato difficile stabilire se avesse segni di ferite o morsi sulla pelle. Quelli che invece contraddistinguevano le carcasse ritrovate due anni fa, accendendo i riflettori sui combattimenti illegali tra cani.
Sul posto sono intervenuti anche gli agenti della polizia locale. Come da prassi è stato chiamato il canile comunale che ha provveduto a portare via l’animale ed è stata inviata una notifica scritta al servizio veterinario dell’Asl, avvisando anche i carabinieri. L’ennesimo caso di cani di grossa taglia venuti a galla dalle acque del fiume, preoccupa gli uomini della Protezione civile che intendono andare a fondo della questione: l’ex coordinatore del gruppo, Fausto Formenti, la scorsa estate aveva ricevuto una telefonata da un funzionario del Ministero della Salute per ricevere chiarimenti su questi strani e continui ritrovamenti che avevano attirato l’attenzione delle associazioni animaliste. «Ho contattato di persona l’azienda sanitaria – spiega il nuovo coordinatore del gruppo di Protezione civile, Roberto Viganò – Abbiamo concordato che nel caso in cui si dovesse ripresentare un caso analogo, si provvederà ad effettuare l’autopsia sul corpo dell’animale. Quello ripescato sabato dalle acque del fiume era ormai in avanzato stato di decomposizione e l’autopsia non sarebbe servita. La nostra speranza è che questo rimanga un caso isolato».
Le ipotesi su chi e perchè abbia buttato questi animali nel fiume sono le più svariate: dai combattimenti di cani a padroni irresponsabili, fino a mere ragioni economiche. «Dobbiamo capire se si tratta di combattimenti o di altro – spiega ancora Viganò – può anche essere che quello di gettare i cani nell’Olona, sia una pratica per evitare di pagare lo smaltimento del cadavere. Anche se il caso resta grave, a prescindere». Certo è che i cani finora ritrovati sono quasi tutti di taglia medio-grande, alcuni raggiungono i 60 chili. Sull’ipotesi di sospetti combattimenti clandestini in zona due anni fa l’Aiida aveva lanciato l’allarme di un sospetto racket nel Basso Varesotto.
Valeria Arini

f.artina

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