Ora che per CastiGroup interverrà l’amministrazione straordinaria della legge Marzano (la «salva Parmalat»), i lavoratori delle aziende varesine del gruppo si augurano che i commissari inviati da Roma prendano subito in mano la situazione delle aziende varesine del gruppo, per calmare le acque e ricominciare a guardare al futuro.
La situazione del gruppo, da tempo non floridissima, è precipitata lo scorso 13 giugno con l’arresto di Gianfranco Castiglioni, uno dei più noti imprenditori varesini, proprietario anche della Pallacanestro Varese per una decina d’anni, a capo di un gruppo che conta parecchie aziende, sia in provincia che fuori.
Le accuse a Castiglioni sono state mosse dalla Procura di Spoleto, competente in materia perché in quel territorio hanno sede due aziende del gruppo, la Isotta Fraschini (attiva nel settore della ghisa) e la ex Pozzi (alluminio), e riguardano reati di tipo fiscale.
In provincia sono due le realtà che tremano più di altre per l’arresto di Castiglioni: la Siac International di Cavaria, che conta duecentotrenta dipendenti, e lo storico Hotel Palace di Varese, ventisette dipendenti che mantengono vivo e attivo uno dei gioielli del liberty della città giardino. Venerdì scorso, grazie anche ad un’interrogazione del deputato Pd varesino Daniele Marantelli, a CastiGroup è stata concessa l’amministrazione straordinaria secondo la legge Marzano, legge nata per tutelare le aziende con oltre cinquecento dipendenti e più di trecento milioni di euro di debiti.
I commissari avranno il compito di tentare il tutto per tutto per la ristrutturazione economico-finanziaria dell’azienda, e questo fa tirare un sospiro di sollievo ai dipendenti delle due aziende varesine del gruppo.
«Per la Siac, ora, la speranza sta tutta nella possibilità di un acquisto da parte di un altro gruppo – spiega Domenico Lumastro, che per Fiom Cgil segue la vicenda – perché l’azienda in sé è sana, rischia molto per lo stato di salute generale del gruppo, non per problemi legati al proprio specifico settore».
Già, perché la Siac International è una delle poche aziende metalmeccaniche a non aver avuto problemi in questo periodo di crisi generale: le commesse non sono mai mancate, gli ordini continuano ad arrivare. Per i duecentotrenta dipendenti il futuro, fino a poco più di un mese fa, non aveva nubi all’orizzonte. «Nel settore automotive siamo molto conosciuti – spiega Lumastro – basta commissionarci un componente metallico, e dalla Siac arriverà un lavoro di altissima qualità in pochi giorni. Per questo ci sono già diversi gruppi europei interessati all’azienda».
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