Nathan Francot ha solo vent’anni, è al primo anno di università, vive a Casciago ma ha una passione davvero straordinaria: i pitoni reali. I pitoni? «Ho sempre provato un grande interesse per i serpenti, nato grazie alla lettura del National Geographic, ma è scattata la passione quando mio fratello ha portato a casa Pippo, un pitone reale, otto anni fa». La reazione della mamma? «All’inizio mia mamma non voleva proprio che mi avvicinassi a Pippo, perché
ero piccolo, ma l’anno scorso, verso marzo, mio fratello me l’ha affidato in gestione. Un giorno, io e la mia fidanzata, Martina Maroni, siamo andati alla fiera di Erba abbiamo preso un boa constrictor, che oggi è di due metri e pesa 6 kg e, successivamente, un pitone moluro, di tre metri e 22 kg, in Veneto, a Longarone». Nathan, oltre a Pippo, di otto anni, e al boa, ha con sé anche una morelia viridis, un pitone arboricolo, un’iguana e un tegu argentino, una specie di cugino del varano, un lucertolone da un metro e mezzo e undici kg circa. Qualche mese dopo, la decisione di iniziare una start-up, dal curioso nome ”ReptiMe”: «abbiamo così deciso di iniziare ad allevare pitoni reali, comprando accessori, strutture costruite apposta, grandi cassetti dalle dimensioni studiate e che possano raggiungere determinate temperature». Il pitone reale è velenoso? «No, assolutamente. La detenzione di serpenti velenosi è illegale in Italia, diversamente che in America». La storia dei pitoni si fa più accattivante: «abbiamo comprato altri pitoni reali da allevatori italiani, fino al grande passo di contattare gli americani». Come mai gli americani? «In America il commercio di animali esotici è molto florido, c’è, così, una grande scelta di pitoni». L’allevamento di pitoni reali ReptiMe prende così forma: «abbiamo ordinato i pitoni in America e io e Martina siamo andati a prenderli ad Ham, in Germania, alla fiera dove li espongono». Ma dove tenete i vostri 28 esemplari di pitone reale? «Abbiamo un locale apposta, a casa nostra. Sono gioiellini, animali davvero preziosi che, nel caso del pitone moluro, a volte, stanno in giardino a prendere benefici raggi di sole». Oltre alla tintarella, cosa occorre ai pitoni reali? «Questa è una passione che richiede un impegno costante, nell’arco di tutta la giornata». Mangiano molto? «Le femmine una volta a settimana, i maschi ogni tre settimane hanno un metabolismo particolare». Riconoscono il padrone? “Sono animali “preistorici”, da questo punto di vista, non mi riconoscono”. Dietro però si nasconde un vero studio: «continuiamo a studiare, chi si occupa di serpenti non può improvvisare, occorre studiare anche la genetica per le varie colorazioni di ogni esemplare». Il prossimo passo sarà un lieto evento: «tra qualche mese avremo la nascita di un pitone».