VARESE Varese rivede nero proprio in un giorno in cui, sessantotto anni fa, il colore sembrava sfumato per sempre, spazzato via dalla fine della guerra e dalla lotta di liberazione. Le scritte nazifasciste contro la sede del Pd e la festa del 20 aprile a Malnate con il raduno di oltre 400 naziskin arrivati da diversi Paesi europei, hanno messo in allarme la città e fatto ripensare agli anni Settanta, quando erano all’ordine del giorno scontri tra destra e sinistra,
alimentati di un clima di tensione continuo e da provocazioni spesso gratuite.
«C’è però una grossa differenza tra i fatti di allora e quelli di oggi. A quei tempi la destra aveva un progetto ben preciso, quello di fare di Varese la Reggio Calabria del nord. C’era una strategia, teste pensanti, “manovalanza” pronta a eseguire gli ordini», racconta Giovanni Bandi, laureato in filosofia alla Statale, insegnante di storia a Isis e “Daverio” e alle carceri dei Miogni, che negli anni ’70 faceva parte di Lotta Continua.
«Oggi invece, la destra di Casa Pound, per esempio, si pone come alternativa al sistema ma allo stesso tempo dialoga con il Movimento 5 Stelle di Grillo. Tra i ragazzi che ne fanno parte e quelli del loro contraltare, il Leoncavallo di Milano, non vedo differenze, se non nell’ideologia. Il resto sono spinelli, birra e musica sparata. Gli autori delle scritte sui muri sono quattro fessacchiotti. La destra di allora, invece, puntava alla conservazione di uno status quo che stava per essere demolito dalla storia».
Giovanni Bandi, nel 1977 partecipò all’assalto al bar Bonetti di piazza Carducci, un noto ritrovo della destra varesina, che causò alcuni feriti tra gli avventori e arresti tra i manifestanti. «Tutto derivò dall’uccisione a Roma di uno studente di sinistra. Organizzammo la manifestazione di protesta e arrivati in fondo a corso Matteotti la cosa degenerò, con scontri violenti. Erano anni assai delicati, c’era il forte rischio che molti di noi confluissero nel partito armato».
«Si trattava insomma di portare in stazione un treno che stava per deragliare. La destra estrema però si era già ridotta, sia nelle scuole, con l’avanzare del Movimento studentesco di Mario Capanna, sia nelle fabbriche, dove il sindacato era entrato in maniera più decisa, come alla Ire di Cassinetta, per esempio». Bandi fu arrestato assieme a due esponenti di Potere operaio per concorso in detenzione di armi improprie e condannato a due anni di reclusione.
«Ma fui assolto in appello a Milano e poi in cassazione a Roma, difeso da Gaetano Pecorella, allora di Democrazia proletaria e specialista di processi politici. Non avrei mai pensato che lo stesso avvocato sarebbe stato poi di Berlusconi».
Il servizio completo e due pagine di approfondimenti sul giornale in edicola domenica 28 aprile
s.bartolini
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