Cinque pecore del Goccia D’oro Ranch di via Cervinia sono state sbranate da cani di grossa taglia, ed è giallo. La mattanza si è consumata nella notte tra il 5 e il 6 gennaio, quando alcuni cani hanno fatto irruzione nel recinto dove le pecore dormivano e le hanno azzannate.
Alcune pecore sono state trovate con gli arti posteriori completamente mancanti. Una era viva, ma con ferite talmente gravi da dover essere abbattuta. Un’altra pecora era ferita gravemente: è stata tenuta sotto osservazione ma non ce l’ha fatta.
Adesso, delle nove pecore del gregge, ne rimangono solo quattro, quelle che quella notte erano al riparo nella stalla. «Un bel danno che vorremmo ci fosse rimborsato – afferma , che si definisce “una contadina resistente” – Alla mattina, quando ci siamo accorti dell’accaduto, abbiamo chiamato subito l’Asl e il nucleo di polizia faunistica. Gli agenti hanno rilevato sulle pecore dei morsi provenienti da carnivori di grossa taglia. In particolare, studiando le carcasse, sono riusciti a fare il calco di due dentature: in una la distanza tra i due canini era di sei centimetri, nell’altra nove».
La distanza dei fori lasciati dai canini sulla carne squarciata delle prede è compatibile a quella di un grosso canide, lupo compreso. Cosa che ha allarmato la signora Rita: «So che non si esclude il ritorno del lupo nelle nostre zone, quindi mi sono chiesta se i morsi avrebbero potuto essere di questo grosso predatore».
Possibile parlare di lupi a Bizzozero? Le analisi del Dna del lupo investito tempo fa a Somma Lombardo, effettuate dal laboratorio di genetica dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, avevano certificato che si trattava di un «canis lupus». Ma da lì ad asserire che ci possano essere altri casi ne passa, anche perché quello era un esemplare singolo.
La scena della predazione può fornire indizi importanti per svelare l’identità dell’autore della mattanza.
L’abbiamo dunque sottoposta al faunista , collaboratore dell’università dell’Insubria: «Se alcune pecore non erano morte significa che i morsi non erano davvero potenti, cosa che porterebbe ad escludere un lupo, che ha una forza 10 volte superiore a quella del cane a parità di dimensioni – spiega – Il lupo inoltre uccide per mangiare, quindi assesta un solo morso al punto giusto. Se, invece, è il cane a colpire, sulla preda ci sono tanti morsi».
E ancora: «La dimensione dell’arcata mandibolare non fornisce un grande discrimine tra lupo e cane – continua lo studioso – Per esempio, il “lupo Cecoslovacco” è identico al lupo appenninico».
Anche la geografia non fa propendere per l’ipotesi del lupo: «L’esemplare di lupo più vicino a noi in questo momento si trova in valle Camonica. Poi ci sono altri lupi verso il Vallese. Forse alcuni esemplari si trovano a nord del Canton Ticino. Sarebbe davvero particolare trovare un lupo qui, a Bizzozero, ma tutto può succedere. Io, comunque, propendo per i cani. Detto questo, il fatto che le pecore siano state azzannate alle cosce, dove c’è più carne, indica che i predatori erano affamati».
Il nucleo di polizia faunistica della Provincia ha effettuato sopralluoghi e diramato appelli volti a segnalare la presenza di cani randagi a Varese e nei comuni limitrofi. Fino ad ora, però, nessun riscontro.