Mentre a Milano cresce l’attesa per “The Pink Floyd Exhibition – Theri mortal remains”, un annuncio imprevisto ha scosso tutti i media del mondo: uscirà un nuovo disco dello storico gruppo britannico. Se è vero che nulla è impossibile nel rock – a parte, forse, una reunion dei Ramones – è altrettanto vero che gli elusivi Pink Floyd trovano sempre il modo di stupire.
Con un laconico comunicato, pubblicato sul sito ufficiale della band inoperativa, discograficamente, da vent’anni, ecco la notizia di un nuovo album, pronto per l’autunno anche se non si tratta di quello che tutti speravano, ovvero una nuova collaborazione tra Roger Waters e David Gilmour dopo il disgelo, suggellato dal Live8, che pareva aver messo la parola fine a decenni di litigi e battaglie legali. L’opera si intitolerà “The endless river”, sarà principalmente strumentale, quasi “ambient”, ed è stata registrata durante le session di “The division bell”,
quando Waters non era già da tempo in formazione. A quanto si è appreso Gilmour ha rimesso mano a quei nastri (nel 1993 si usavano ancora i nastri) per completarle con qualche parte vocale e strumentale. Lo scopo, è l’unica cosa su cui il comunicato è molto chiaro, confermando quanto Polly Samson, la moglie del chitarrista, si era lasciata scappare in un tweet qualche giorno fa, è realizzare un omaggio a Rick Wright, tastierista e fondatore del complesso, scomparso nel 2008. Una vicenda artistica e umana tormentata, la sua. Negli anni Settanta i Pink Floyd erano “quelli di The dark side of the moon”, antidivi.
Wright cantava e componeva, ma qualcosa si ruppe quando Waters iniziò a rifiutare i contributi musicali del collega: “Animals” e “The wall” lo videro relegato al ruolo di semplice turnista e fu proprio durante il tour del disco del muro che si consumò il suo allontananento, ufficializzato da “The final cut” nell’83. Poi la grande crisi: Waters da una parte, intenzionato a sciogliere il gruppo, Gilmour e il batterista Nick Mason dall’altra, convinti di avere ancora qualcosa da dire. E da incassare: lo provano le vendite di “A momentary lapse of reason” e i biglietti staccati per il tour successivo. Per aumentare la “quota Floyd”, il mite Rick venne richiamato, ma senza che gli venissero lasciati troppi spazi.
Con “The division bell” le cose cambiarono e ne risultò un album migliore. Nel corso degli anni le asperità sembravano smussate: tutti e quattro i musicisti si riunirono per Live8, Waters e Gilmour hanno smesso di insultarsi a distanza e il chitarrista ha voluto Wright in formazione nel suo ultimo tour. La prematura scomparsa del tastierista aveva fatto cadere le speranze di rivedere il quartetto in studio e sul palco. “The endless river” giunge inatteso. Lunedì prossimo Mason sarà a Milano per presentare la mostra multimediale, che si terrà alla Fabbrica del Vapore dal 19 settembre.
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