CUGLIATE FABIASCO – Due persone sono state arrestate dai carabinieri della Compagnia di Luino, durante i controlli anti droga nelle aree boschive della Valcuvia, della Valganna e della Valmarchirolo. Giovedì scorso i militari del Nucleo Operativo e Radiomobile, coadiuvati nella fase esecutiva dai colleghi delle Stazioni di Cuvio, Laveno Mombello e Luino, durante l’ennesimo servizio di osservazione nei boschi dello spaccio, hanno individuato due nordafricani, intenti a spacciare in via Fabi del comune di Cugliate Fabiasco,
in località conosciuta come ‘la rete verde’ per la presenza di una vecchia ed obsoleta recinzione che costeggia la provinciale che collega Cugliate e Montegrino Valtravaglia. I militari sono rimasti per diverse ore fermi e mimetizzati nel bosco adiacente l’area interessata dallo spaccio per documentare il via vai delle auto dei tossicodipendenti che raggiungevano il luogo di spaccio, e per attendere il momento propizio per intervenire, che ha consentito di fermare i due pusher.
Una volta bloccati, i nordafricani sono stati trovati in possesso di quasi due etti di sostanze stupefacenti tra cocaina, eroina ed hashish, circa 5000 euro provento dell’attività di spaccio, 200 franchi svizzeri, 3 telefoni cellulari, un bilancino di precisione nonché materiale per il confezionamento della sostanza stupefacente, dai quali è emersa la proficua attività di spaccio posta in essere nelle ore precedenti, nell’area interessata dal controllo. Nel corso del servizio sono stati sanzionati tre acquirenti, ai quali è stata applicata la misura accessoria del ritiro della patente di guida. Determinanti sono state le segnalazioni giunte nei giorni precedenti dai cittadini ma, in particolare, dai cacciatori che, durante le battute di caccia, individuano e segnalano ai carabinieri i bivacchi degli spacciatori, consentendo ai militari di attenzionare l’area e di monitorare il flusso sospetto dei malintenzionati.
Oltre alle piccole quantità di droga che vengono confezionate di volta in volta, ma custodite segretamente sotto le radici di qualche albero qua e là, piuttosto che sotto qualche roccia o sasso, le indagini dei carabinieri continuano a far emergere che gli spacciatori sono attrezzati con tutto il necessario per la sopravvivenza e l’attività illecita nei boschi, ovvero tende per dormire, sacchi a pelo e coperte, appositi cellulari utilizzati per ricevere gli ordini e per stabilire il punto preciso della cessione, power bank per ricarica, guanti da lavoro, torce elettriche ricaricabili per farsi luce nelle ore notturne.I fermati sono due marocchini, clandestini e già censiti sul territorio, che sono stati accompagnati negli uffici del Comando di Luino per le operazioni di fotosegnalamento e la successiva traduzione presso il carcere dei Miogni di Varese.
Durante gli accertamenti è emerso che uno dei due arrestati era anche destinatario di un Ordine di Esecuzione Pena Detentiva emesso dalla Procura della Repubblica di Varese – Ufficio Esecuzioni Penali, dovendo scontare una pena di 2 anni, 5 mesi e 25 giorni, in relazione a diverse condanne accumulate negli anni scorsi per vari reati. L’altro arrestato era invece destinatario di numerosi ordini di espulsione emessi dalla Questura.
L’arresto è stato convalidato dal gip del Tribunale di Varese, che ha disposto la custodia cautelare in carcere dei due marocchini, la cui definitiva responsabilità dovrà essere ovviamente accertata nel corso del giudizio.
Dall’inizio dell’anno i carabinieri della Compagnia di Luino, coadiuvati dai militari delle Stazioni interessate al fenomeno in analisi, a seguito di numerose operazioni condotte contro lo spaccio di sostanze stupefacenti in Valcuvia e in Valganna, hanno tratto in arresto circa trenta persone, quasi tutti di origine marocchina e irregolari sul territorio nazionale. Hanno sequestrato oltre un chilo e mezzo di sostanze stupefacenti di vario genere e circa 12.000 euro.
Tutte le operazioni hanno consentito di accertare la solita tecnica, ovvero la cessione di sostanze stupefacenti ad occasionali clienti, utilizzando i boschi delle Valli come luogo ove installare un bivacco temporaneo dentro il quale intrattenersi per qualche giorno per poi spostarsi in un altro comune, in un altro bosco.