Spagna/ Madrid, cattolici in piazza contro riforma legge aborto


Madrid, 17 ott. (Apcom)
– Grande manifestazione di piazza dei
cattolici spagnoli oggi pomeriggio a Madrid, per protestare
contro il progetto di riforma della legge sull’aborto voluta dal
governo socialista di José Luis Zapatero.

“Ci sono più di un milione di persone”, ha sostenuto un addetto
stampa dell’associazione cattolica HazteOir, Victor Gag,
sottolineando che una stima ufficiale sarà fornita
successivamente dagli organizzatori. Né le autorità regionali nè
la prefettura di Madrid hanno fornito stime della partecipazione
alla manifestazione, iniziata alle 17. Secondo giornalisti
dell’Afp sul posto, alla manifestazione ci sarebbero diverse
centinaia di migliaia di persone.

Il progetto di riforma del governo socialista ha diviso
profondamente la società spagnola, e secondo dei recenti sondaggi
la maggioranza non sarebbe favorevole. Così, secondo un’inchiesta
del quotidiano conservatore Abc, il 42,2% considera che non c’è
grande aspettativa sociale per la riforma, mentre il 38,6% pensa
di sì. Un altro sondaggio del quotidiano moderato catalano La
Vanguardia, dà il 46% degli spagnoli contrari alla riforma contro
il 44% a favore. Circa un anno fa, il 57% si diceva favorevole,
contro un 30% di contrari. L’ultima
manifestazione di questo tipo, lo scorso 25 marzo, aveva riunito
decine di migliaia di persone nel centro di Madrid.

Gli aborti in Spagna sono cresciuti da 101.000 a 112.000 fra il
2006 e 2007, e sempre più spesso ad abortire sono le più giovani
(15.000 aborti fra le minori di 19 anni e 500 fra le minori di
15). Il disegno di legge socialista approvato dal governo lo
scorso 26 settembre prevede di renderlo un vero e proprio diritto
entro le 14 settimane, con alcune possibilità di estensione del
termine. Ma la disposizione più controversa, all’interno dello
stesso Partito socialista, è quella che permette alle
adolescenti di 16 e 17 anni di abortire liberamente senza farlo
sapere ai genitori.

Attualmente in Spagna l’aborto – considerato un reato – è
depenalizzato solo in caso di violenza sessuale entro le 12
settimane, di malformazione del feto entro le 22 settimane o in
caso di grave rischio per la salute psichica o fisica della
madre, in quest’ultimo caso senza alcun limite di tempo: le
statistiche mostrano che la grande maggioranza delle interruzioni
di gravidanza vengono praticate per “rischi psicologici”, in
alcuni casi oltre il sesto mese.

Plg/Ape

MAZ

© riproduzione riservata