Sparatoria di Capodanno Condanna esemplare

BUSTO ARSIZIO Sparatoria di Capodanno: condanna esemplare per Davide Romano, 32 anni di Marnate, ritenuto colpevole dal collegio presieduto da Adet Toni Novik di tentato omicidio, resistenza e possesso illegale di arma da fuoco. È stato condannato a 13 anni e sei mesi di reclusione.

La sentenza è arrivata ieri dopo poco meno di un’ora di camera di consiglio al termine della requisitoria del pubblico ministero Raffaella Zappatini, che ha chiesto una condanna a 15 anni contestando a Romano anche la tentata rapina ai danni di un ristoratore residente nella zona di via per Lonate, a Busto Arsizio, dove si sono consumati i fatti. L’avvocato difensore Marco Lacchin aveva chiesto invece l’assoluzione per tutti i capi di imputazione.

Il racconto di quella notte di San Silvestro è arrivato ieri dalla presunta vittima designata del colpo che intorno alle 4 della notte tra il 31 dicembre 2010 e il primo gennaio 2011 rientrò a casa con 5mila euro in contanti in tasca.

«L’incasso della serata – ha spiegato il ristoratore – Una cifra considerevole dovuta alla serata particolare». Con la vittima c’era anche una dipendente, che poi si rivelarà essere un’amica della compagna di Romano. «Fu la mia dipendente a segnalarmi la presenza di due tipi strani fuori casa con il berretto in testa e la sciarpa tirata sopra il naso – ha raccontato il ristoratore – Io scesi e vidi questi due ragazzi che saltarono in macchina e fuggirono a fari spenti. Il dettaglio mi insospettì; in casa c’erano mia moglie e mio figlio e così, per sicurezza chiamai la polizia». Così come fecero altri residenti, insospettiti.

La polizia arrivò e rintracciò i due: Umberto Izzo, che non tentò la fuga e si lasciò arrestare, e Romano che esplose due colpi per garantirsi la fuga contro un agente della volante che, rispondendo al fuoco, lo ferì di striscio ad una gamba. Romano, scappando, perse anche la pistola subito ritrovata dalla polizia.

«Su quella pistola – ha detto ieri il pm – C’è la prova regina che fu Romano ad impugnarla: sulla canna e sul grilletto è stato infatti trovato il suo Dna».

I bossoli invece non furono mai trovati: «Perchè Romano non sparò», ha detto Lacchin chiedendo l’assoluzione. I giudici hanno confermato tutti i capi di imputazione tranne quello della tentata rapina ai danni del ristoratore: il tentativo non si consumò anche perché la polizia di Busto arrivò all’istante.

e.romano

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