Spari e molestie in ufficio Condannato a tre anni

MALNATE Diceva di voler essere pagato e che la Edil Bernasconi gli doveva ancora 700 euro. Ma una volta dentro alla ditta di via Primo Maggio, qualcosa deve avergli fatto saltare l’autocontrollo. E così si era messo addirittura a sparare un colpo di pistola e a molestare la segretaria, chiedendole di spogliarsi. Era stato arrestato il 31 marzo, al valico di frontiera di Clivio Bellavista, la sera stessa di quel pomeriggio di follia. Da allora agli arresti domiciliari,

Giuseppe Cara, 34 anni, di Arcisate, origini cagliaritane, si è presentato ieri mattina di fronte al giudice per l’udienza preliminare Cristina Marzagalli, per rispondere di ben cinque capi d’accusa:tentata estorsione violenza privata, detenzione e porto di arma da fuoco, nonché delle relative munizioni. Il pm Raffaella Zappatini aveva disposto il giudizio immediato, ma il suo legale Fabrizio Piarulli ha ottenuto il rito abbreviato: ed è in virtù dello sconto di pena previsto dal codice, che l’ha sfangata con tre anni e 6 mesi, oltre a 1600 euro di ammenda. Una condanna comunque superiore alla richiesta del pm, che si era limitata a tre anni. Hanno pesato i numerosissimi precedenti specifici sul suo conto (ben 19), e la recidiva reiterata.

Peraltro, la sua posizione era difficile: il 31 marzo era andato alla Edil Bernasconi per reclamare il pagamento di alcuni straordinari: aveva infatti lavorato nella ditta per poco più di un mese. Spazientito perché il titolare tardava, aveva estratto una pistola che aveva portato con sé. E poi dopo un’approfondita occhiata alla segretaria, lo sghiribizzo: «Ma tu che taglia di reggiseno porti?» le aveva chiesto, ordinandole subito dopo di spogliarsi.

Davanti alle resistenze della donna, aveva sparato un colpo di pistola contro il muro dell’ufficio, poi si era dato alla fuga. Particolare curioso: l’arma (una Walther Pkk calibro 7.65 completa di caricatore e di 6 cartucce al suo interno), è stata trovata a casa, ad Arcisate. Segno che il 34enne, nella sua fuga, aveva avuto la bella pensata (e il tempo) di raggiungere la propria abitazione (dove vive con moglie e figli) e di nasconderla. Era assicurata con dello spago all’interno di una scatola di cartone. Contro di lui anche un filmato ripreso dalle telecamere a circuito chiuso della ditta di via Primo Maggio a Malnate, nel quale si vede entrare e uscire dall’ufficio.

e.marletta

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