Misano Adriatico, 5 set. (Ap-Apcom) – Il decesso di Shoya Tomizawa nel Gran Premio di San Marino è stato causato da traumi a cranio, addome e torace. Lo fa sapere il sito ufficiale del motomondiale, campionato costretto ad archiviare un’altra tragedia dopo quella del 13enne Peter Lenz, morto domenica scorsa in circostanze simili durante una gara disputata a Indianapolis prima del Gran Premio degli Stati Uniti. Il 19enne Tomizawa, centauro giapponese in gara nella classe Moto2, è rimasto vittima di un incidente sfortunato: dopo avere perso il controllo della sua moto il pilota asiatico è stato centrato e travolto dai due avversari che lo seguivano a distanza ravvicinata, Alex De Angelis e Scott Redding. Anche Lenz, dopo essere finito a terra, era stato investito dalla moto di un altro pilota.
Il tragico incidente ha sollevato polemiche per la mancata interruzione della corsa. I commissari di gara del circuito di Misano si sono difesi affermando che l’improvvisa esposizione della bandiera rossa avrebbe potuto causare altri incidenti.
“Ho visto l’incidente su un monitor e ho capito che era grave, ma non pensavo fino a questo punto”, ha commentato Valentin Rossi, sceso in pista con le MotoGp dopo la gara delle Moto2: “Quando accadono certe cose tutto il resto perde significato”, ha aggiunto il pesarese. “Negli ultimi due anni non è accaduto nulla e ora ci ritroviamo con due morti in due settimane”, ha affermato Carlo Pernat, manager di Loris Capirossi e Marco Simoncelli, “stavolta è toccato a un ragazzo di soli 19 anni”.
Nella storia del motomondiale, dal 1949 ad oggi, sono 46 i piloti ad avere perso la vita nei weekend di gara: Prima del 2010 l’ultimo lutto risaliva al 2003, quando il giapponese Daijiro Kato si schiantò contro un muro di protezione a Suzuka, sede del Gran Premio del Giappone. Kato perse la battaglia per la vita dopo due settimane di coma.
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