Washington, 14 nov. (Apcom) – Mentre l’Amministrazione Obama valuta il futuro del programma spaziale statunitense e valuta se tornare o meno sulla Luna, la Nasa ha annunciato un’eccezionale scoperta che potrebbe far pendere la bilancia a favore di un ritorno sul satellite, magari in pianta stabile: la Luna possiede infatti “notevoli” quantità d’acqua, ovviamente sotto forma di ghiaccio intrappolato sotto la superficie.
La presenza dell’acqua è stata rilevata spettrograficamente dalla sonda Lcross (Lunar Crater Observation and Sensing Satellite): la sonda aveva a bordo un missile Centaur, lanciato contro il polo lunare – ritenuto il luogo più probabile per la presenza di acqua – e il cui impatto ha scavato un cratere profondo circa 4 metri e largo 20. Il vero obiettivo dell’operazione era però l’analisi della nuvola di detriti alzatasi dopo l’esplosione, all’interno della quale gli scienziati hanno rilevato tracce di ghiaccio e vapore acqueo che confermerebbero la presenza di acqua sotto lo strato superficiale di polvere (regolite), formato da milioni di anni di impatti meteorici.
L’eventuale presenza di acqua costituirebbe un fattore molto
importante per lo sviluppo di una base lunare permanente, una
delle possibili iniziative che – finanziamenti della Casa Bianca
permettendo – la Nasa potrebbe intraprendere nel futuro come
preparazione per la missione su Marte.
Il regolite contiene inoltre dell’ossigeno di facile separazione e in misura minore dell’idrogeno, oltre al silicio utilizzabile per la fabbricazione di pannelli solari. Inoltre, nel sottosuolo lunare si trovano quantità ingenti di elio-3, isotopo radioattivo dell’elio molto raro sulla Terra e utilizzato nelle ricerche per la fusione nucleare: la stima è di circa un milione di tonnellate, contro un fabbisogno congiunto di Stati Uniti ed Unione Europea di appena 25 tonnellate.
Mgi
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