Cape canaveral, 29 apr. (TMNews) – “La paura maggiore prima del lancio? Se dopo essere stati legati nel cockpit della navetta squillasse il telefono che abbiamo accanto per comunicare con le famiglie fino al momento del “go” e giungessero notizie poco piacevoli”. E’ questo il pensiero più ricorrente nella mente di Roberto Vittori, pilota e astronauta italiano, negli ultimi attimi prima che si accendano i motori e lo Shuttle parta verso lo spazio. Lo ha riferito il presidente dell’Asi, Enrico Saggese, parlando con i giornalisti a Cape Canaveral, in Florida, dopo una telefonata di saluto con Vittori poco prima del decollo.
“Roberto ha anche spiegato – ha concluso Saggese – che nonostante l’addestramento e la preparazione anche emotiva al lancio, quando, con indosso la tuta pressurizzata arancione si entra nello Shuttle per essere legati in posizione semi-sdraiata e si scavalca la passerella guardano giù nel vuoto per 60 metri, per un attimo si prova un brivido di emozione, ma dura poco, poi la concentrazione prende il posto di ogni stato emotivo”.
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