Spedizione punitiva per amore: il caso in tribunale

Massacrato di botte per una questione d’onore legata a presunti tradimenti

– La Procura di Busto Arsizio ha chiesto ieri mattina sette mesi di reclusione per il giovane di 21 anni accusato di aver pestato un coetaneo la sera del 26 agosto 2011 a Fagnano Olona. Un pestaggio con tanto di spedizione punitiva che ebbe come prologo un’altra aggressione, quella ai danni di un altro loro coetaneo del paese.

Due fatti collegati dallo stesso filo conduttore: un presunto flirt con l’ex fidanzata dell’aggressore. Ma andiamo con ordine. Ieri era presente in aula la vittima (c’era anche il suo aggressore) che dal pestaggio riportò lesioni alle costole guaribili in 30 giorni. L’accusa ha ricordato i momenti dell’aggressione, sulla base della versione fornita dalla vittima: «Continuava a inseguirmi picchiandomi con pugni in faccia, ho provato a chiudere il cancello, ho ricevuto l’ultimo pugno e stavo svenendo». L’aggressore si era presentato intorno alle 23.30, a capo del “Branco”, con una decina di amici davanti all’abitazione. Una spedizione punitiva in piena regola per difendere l’onore perduto.

Qualche minuto prima a poco più di un chilometro di distanza, secondo la ricostruzione investigativa, era stato picchiato anche un altro giovane che aveva peraltro tentato di avvertire l’amico, del possibile arrivo dell’aggressore, percorrendo in bici la distanza che li separava. L’assalitore avrebbe aperto il cancello del cortile dell’abitazione della sua vittima, aggredendolo a calci e pugni. La comitiva di ragazzi che aveva scortato l’aggressore avrebbe assistito al pestaggio senza dire nulla. Le conseguenze potevano essere ancora più pesanti visto che non molti giorni prima era finito in ospedale in gravi condizioni in seguito a un incidente per il quale gli fu asportata la milza. Avrebbe ricordato all’ex amico le sue precarie condizioni, ma la furia del suo aggressore non si era placata. Solo grazie all’intervento della cugina, la situazione non andò oltre.

Le famiglie coinvolte si conoscono e nessuno avrebbe voluto che la situazione finisse in tribunale. Il giorno dopo però, a causa del dolore, il ragazzo è andato in ospedale dove gli hanno riscontrato problemi alle costole. L’avvocato che difende l’aggressore, , ha chiesto l’assoluzione per insufficienza di prove: «La versione – spiega – è piena di contraddizioni. Non è credibile. In tre minuti è impossibile che riesca a muoversi, coprendo quasi un chilometro e mezzo di strada, dal luogo del primo presunto pestaggio al secondo.». La sentenza l’8 giugno.