– «Non lo conoscevo, ma con mio fratello si è comportato come una canaglia. Non potrò mai perdonarlo per quello che ha fatto. Lo ha ucciso in modo barbaro. Un vigliacco».
E’ il duro sfogo di, la sorella novantenne di , l’uomo di 80 anni ucciso insieme alla moglie
nella sua abitazione di Venegono Inferiore. «La scorsa notte – racconta la sorella maggiore della vittima – mi sono svegliata prima delle cinque. Dopo quello che è successo, come si può dormire? E’ praticamente impossibile restare sereni. Sapevo che l’avevano arrestato già da mercoledì sera. Mi ha avvertito mia figlia dalla Svizzera. Ha letto le notizie e mi ha chiamato».
La sorella maggiore, seppur non più giovanissima, è una donna molto in gamba, estremamente agguerrita, ma soprattutto inferocita con l’uomo, , reo confesso, che ha ucciso il fratello minore. Martino, settimo di sette tra fratelli e sorelle, era il pupillo di mamma . Era amatissimo da tutti i fratelli, anche se da una decina di anni i rapporti con le due sorelle, Luigia e Giovanna, si erano raffreddati. «Il legame – racconta Giovanna – non si è
mai spezzato, è sempre mio fratello e quello che è accaduto a lui e a mia cognata Graziella è del tutto inaccettabile. Questa persona mi dovrebbe spiegare cosa gli è venuto in mente di fare. Perché li ha uccisi? Mio fratello lo conosceva e se gli ha aperto la porta vuol dire che si fidava di lui. E lui cosa fa? Lo uccide? Ma quale persona amica può comportarsi in quel modo? Ha approfittato della loro buona fede e li ha uccisi». La sorella è sconvolta, ma su un punto ha le idee chiarissime: «La parola perdono per fatti come questi non esiste assolutamente – rincara la dose Giovanna – non se ne parla proprio. L’ha combinata grossa, è troppo grave e spero che non esca più di prigione. Mio fratello è stato ucciso come un animale. Senza nessuna pietà e questo non riesco a sopportarlo. Ancor di più perchè ha approfittato del fatto che si conoscevano. Lo ha fatto entrare dandogli fiducia e poi guardate cosa è successo. Una persona che fa quello che ha fatto quest’uomo qui non merita di sopravvivere. Ha fatto tutto senza un briciolo di umanità». «Qualcuno – insiste Giovanna – magari lo perdonerà, ma io non ci penso proprio. In questi casi il perdono non può esistere. Come si fa a massacrare due persone in quel modo?».
Un duplice omicidio efferato: Martino colpito alla testa e disteso in garage in un lago di sangue e la moglie strangolata senza nessuna pietà. Pensare alla loro fine è un pugno nello stomaco di chi li amava. Anche l’altra sorella di Martino Ferro, , 86 anni, è molto provata dalla vicenda: «Non sono riuscita a dormire – racconta – è un dolore enorme per tutti noi. Abbiamo parlato tanto con mia sorella per cercare di trovare una ragione. Ma non si riesce. Noi chiediamo che l’assassino paghi per le sue colpe: abbiamo fiducia nella giustizia e aspettiamo che faccia il proprio corso».