Crisi economica e spending review si abbattono sulle gite scolastiche di primavera: quest’anno il calo è pari al 10% circa.
In molti casi sono gli stessi genitori a chiedere di eliminare le uscite extrascolastiche durante l’anno per contenere le spese ma anche per evitare discriminazioni tra i ragazzi che non possono più permettersi di partecipare.
Con meno soldi a disposizione degli istituti e delle famiglie, proprio per questo le gite scolastiche vengono programmate con un’idea di viaggio il più possibile di istruzione.
Quella targate 2014 sono gite scolastiche all’insegna di una ritrovata austerity, inevitabile effetto dei tagli prodotti dalla riforma Gelmini e dalla crisi economica. Sono infatti molti gli studenti varesini che, a detta dei dirigenti scolastici e degli insegnanti, rinunciano alla play station per Natale e prediligono il viaggio di istruzione sotto l’albero.
Un “sacrificio”destinato a sortire due effetti positivi: la ponderata scelta delle destinazioni da parte degli insegnanti accompagnatori e, da parte degli studenti, la voglia di perdere meno tempo e imparare di più.
Insomma un colpo di spugna rispetto alle gite-pazze che hanno quasi sempre caratterizzato, dal ’68 in poi, la gita scolastica: una specie cioè di prosecuzione turistica dell’allegra “caciara” tipica di un momento clou di ogni curriculum accademico-adolescenziale che si rispetti.
Ma non sono solo gli istituti superiori a tirare la cinghia sui viaggi d’istruzione. Anche le scuole elementari e medie devono fare i conti con situazioni familiari economicamente sempre più stringenti.
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