Stasera si gioca l’ultima di andata in A1. Alle 20.30 l’Unendo Yamamay fa visita alla Nordmeccanica Piacenza: alle farfalle serve un punto per chiudere la prima metà di stagione all’ottavo posto, ultimo utile per accedere ai quarti di Coppa Italia. Dici Piacenza e pensi alle 7 ex biancorosse. Tra di loro, Giulia Leonardi, indimenticabile farfalla tigre per quattro stagioni.
Adesso è ancora tutto sotto controllo, ma quando scenderò in campo proverò senz’altro delle emozioni particolari. Soprattutto mi farà effetto vedere i tifosi di Busto dall’altra parte: spero che non mi fischino. Ma sono contenta che la prima volta sia a Piacenza: per noi è sicuramente più facile che giocare al PalaYamamay.
…ma a noi servono i punti per rimanere tra le prime quattro, così da poter giocare in casa i quarti di Coppa Italia. Purtroppo non potremo contare su Meijners e neppure su Ognjenovic, la palleggiatrice titolare, anche se Petrucci sta facendo davvero benissimo.
Molto. Ma prendiamo il lato positivo: ora stiamo giocando più da squadra, proprio per sopperire alla loro mancanza. L’importante è mettere lo stesso spirito che abbiamo mostrato sabato a Novara: da tempo non mi divertivo così durante una partita.
Sono venuta al PalaYamamay per la partita con la Pomì, ma ho visto pochissimo perché parlavo con Arrighetti e i tifosi. In questi giorni ho guardato i video: per me è una buona squadra, con un’opposta come Lowe che è forse la migliore del campionato, insieme a Fabris.
Da sempre. È una ragazza stupenda e sono felice che sia lei a indossare la mia vecchia maglia. Gliel’ho anche scritto via sms appena è arrivata a Busto.
Il PalaYamamay. Quando ci sono tornata per giocare contro il Club Italia è stato un colpo al cuore entrare nel mio vecchio spogliatoio. Non riesco a immaginare cosa proverò quando dovrò tornarci per affrontare la Uyba. Ma di quell’esperienza porto nel cuore tutto.
L’ultimo pallone della finale scudetto contro Villa non si dimentica. Ma ho goduto tantissimo anche per il 3-2 su Conegliano nella semifinale scudetto 2013-14. Arrivare in finale partendo dal sesto posto in regular season, in una stagione in cui ce ne hanno dette di tutti i colori, beh, è stato stupendo.
Non mi è andata giù la semifinale di Coppa Italia persa con Villa Cortese nel 2013.
Ne dico due: Meijners e Havlickova. Sono contenta di aver ritrovato Floortje a Piacenza: fa le cose con una facilità disarmante.
Sono completamente opposti! Marco sembra uno della squadra, si allena con noi, ha una carica incredibile: in questo è simile a me. Carlo è più distaccato, ma gli sarò sempre grata: con lui ho fatto il salto di qualità. Quando sono arrivata a Busto, non ero la giocatrice che sono adesso.