Le stelle della musica tra cielo e terra. Da venerdì 19 a domenica 21, il lungolago “La Palazzola” di Stresa – alle 21 e con biglietto a euro 25 – sarà meta di alcuni fra gli incontri più spettacolari del jazz degli ultimi tempi.
Il jazz della ricerca, della contaminazione e dei confini che è bello superare. Perché ci sono cose che non si possono dire, ma solo suonare. È il caso di Enrico Rava e del suo “Rava PM Jazz Lab” per la presentazione dell’ultimo cd pubblicato dalla Ecm di Manfred Eicher: “Rava on the Dancefloor” (tributo a Michael Jackson).
La prova sonora di un amore sbocciato tra il trombettista genovese e il re del pop attraverso arrangiamenti esplosivi, assoli raggianti, virtuosismi che mai si concedono all’altezzosità della bravura conclamata.
Da “Smile” di Charlie Chaplin, alla psichedelica “Speechless”, il disco – che vede gli interventi sempre più calibrati di un giovane e spietato Giovanni Guidi al pianoforte – è un capolavoro di ingegno artigianale e pura creatività. Il giorno dopo, sarà la volta di Uri Caine e del suo “Solitaire” per un viaggio introspettivo di uno fra i maggiori compositori del XX secolo. “Intelligenza, cultura e humour” sono i tratti distintivi di questo pianista-architetto che si diletta a rimescolare le carte passando ai raggi X i capolavori della musica classica.
Divertitevi, se ci riuscite, a scoprire autori e titoli dei brani. A seguire Bill Frisell e “The Big Sur Quintet” composto da Carrie Rodriguez e Jenny Scheinman ai violini, Eyvind Kang alla viola e Hank Robert al violoncello. Un progetto che lascia spazio all’immaginazione per una “musica che può essere sia intima che orchestrale”, ispirata dal Big Sur – la montagna rocciosa della California – e che impone al compositore una sola condizione: “Lasciare che la musica vada dove vuole”.
Domenica 21, alle 18.30, spazio a “I nuovi ponti tra il jazz e il tango”. Sul palco, l’argentino Javier Girotto ai sax e Luciano Biondini alla fisarmonica per un incontro che nobilita le radici popolari della melodia e della danza. Un esercizio di “stile” poliedrico, amabile e che fa leva sull’estetica e sulla poesia.
D’altronde, l’empatia che lega il duo è consolidata e si mostra con forza nel suo secondo cd – “Terra Madre” – per l’etichetta Enja. Musica mediterranea, “lirica e coinvolgente” che prende quota grazie ad una energia cosmica. Dal Sud America alla Sardegna passando per Cuba e il Brasile: questo è ciò che propongono Paolo Fresu (tromba e flicorno) e il pianista Omar Sosa (appartenente alla tradizione Yoruba, la stessa che ha dato vita alla Santèria) con il progetto “Alma” per la Tuk Music.
Un incontro sul filo del rasoio tra musica classica contemporanea, jazz lirico, elettronica e world music. “Un abbraccio sentimentale”, fanno sapere i due, “che unisce geografie e culture solo in apparenza distanti”: ancora una volta il Mediterraneo e, poi, i Caraibi. Con un volo transoceanico sulle note di “Under African Skies” di Paul Simon.
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