Stipendi dei frontalieri Il Ticino non ci dà tregua

LAVENA PONTE TRESA I frontalieri e i loro datori di lavoro finiscono sotto controllo. Anche se si tratta di banchieri, ingegneri e architetti. Ovvero di mestieri ad alta professionalità e di notevole responsabilità.
L’obiettivo delle verifiche, infatti, è quello di contrastare il dumping salariale: in pratica la corsa al ribasso degli stipendi che renderebbe queste posizioni lavorative appetibile e redditizie solo per i frontalieri. L’Ufficio svizzero per la sorveglianza del mercato del lavoro, da qualche mese ha infatti avviato alcune inchieste per scoprire eventuali casi di dumping salariale.

Una questione che, dall’altra parte del confine, sta iniziando a diventare un vero problema.
Lo ha confermato la stessa responsabile del servizio cantonale Lorenza Rossetti, rivolgendosi ai media di oltre confine. «Queste indagini – ha chiarito – si protrarranno più o meno fino a fine anno, a dipendenza della grandezza del settore. Per esempio, stiamo sorvegliando il settore bancario. Ma in questo caso, più che sui salari, stiamo indagando su un’eventuale sostituzione sistematica di impiegati indigeni con lavoratori stranieri».
Leggi frontalieri. Anche per altri rami economici non si sta con le mani in mano. «Stiamo anche verificando – prosegue la responsabile Lorenza Rossetti – le nuove assunzioni nel settore degli impiegati di commercio e della vendita per capire se vi siano casi di dumping salariale. E continuiamo inoltre le verifiche sui settori in cui, in passato, è stato introdotto il Contratto normale di lavoro, con salari minimi vincolanti ossia i call center, i gommisti e le estetiste». L’obiettivo, infatti, è sempre lo stesso: evitare che i datori di lavoro, puntando sui frontalieri e su retribuzioni comunque appetibili per loro, applichino salari inferiori.
Nel mirino, su indicazione della Segreteria di Stato all’Economia, anche altri settori: la ristorazione (non assoggettata al contratto collettivo), le agenzie di sorveglianza, il personale domestico e le agenzie di collocamento.
E tra le novità di quest’anno, le ricerche di abusi salariali sono in corso, spiega Lorenza Rossetti, «nelle agenzie immobiliari e soprattutto negli studi di ingegneria e architettura perché l’obiettivo è quello di stabilire se c’è una situazione di dumping ed eventualmente proporre l’adozione delle misure di prevenzione come l’estensione di contratti collettivi o di settore».
Fari puntati anche sui piccoli negozi: quelli con meno di dieci dipendenti. Un settore, questo, dove proprio una recente indagine ha portato alla luce gli abusi salariali più significativi.

s.bartolini

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