Un megafono per veicolare sempre più in là il messaggio e per sensibilizzare il maggior numero di persone. Questo lo spirito e lo scopo dell’incontro andato in scena alla facoltà di Veterinaria dell’Università degli Studi di Milano. Al tavolo del convegno si sono seduti Coop Lombardia e Coop Italia insieme alla comunità scientifica e agli esperti, radunando nella sede di via Celoria oltre 400 persone divisi tra studenti, soci e cittadini.
Si chiama “Alleviamo la salute” la campagna su cui Coop, in stretta collaborazione con le istituzioni, sta fortemente puntando. Al centro del progetto la volontà di contribuire, concretamente, a contrastare l’utilizzo di antibiotici negli allevamenti di animali da reddito.
«Tutti gli enti internazionali a partire dalla stessa Organizzazione Mondiale della Sanità e dall’Autorità Europea per la sicurezza alimentare, oltre ai ministeri italiani competenti – ha spiegato il presidente di Coop Lombardia – hanno da tempo lanciato l’allarme riguardo la necessità di ridurre l’abuso e l’uso non corretto degli antibiotici nell’allevamento degli animali da reddito per preservare la salute pubblica. Nella nostra campagna sono coinvolti 1600 allevamenti. Questa settimana apriremo le porte degli allevamenti a visite, per far capire ai consumatori la filiera, gli allevamenti che si dotano di telecamere, l’impegno per il benessere animale».
Cosa fare? Come intervenire? Le parole chiave sono “competenza” e “produzione etica”. Intervenuti durante il convegno, sono stati , medico specialista in alimentazione, e , , , professori della Statale di Milano, e , microbiologo e ordinario di malattie infettive degli animali domestici, ad inquadrare da un punto di vista generale la situazione.
«A inizio secolo gli allevamenti erano antibiotic-free, ora ne usiamo troppi, dobbiamo fare retromarcia – ha sottolineato il professor Bonizzi – Servono competenze elevate e alternative per una produzione etica, sostenibile e consapevole. Le strade da intraprendere per la prevenzione sono diverse: esiste la competizione batterica, per esempio. L’università deve essere in prima linea per la formazione delle professionalità e per l’informazione. Serve un’azione sinergica».
Quello dell’utilizzo degli antibiotici nell’allevamento è un problema che, per essere affrontato e risolto con competenza ed efficacia, ha bisogno di un interesse sempre più elevato da parte di istituzioni, privati, associazioni, comunità scientifiche, professori e ricercatori.
«Cercare di ridurre e di eliminare completamente l’uso degli antibiotici negli allevamenti è un progetto complesso che richiede un cambiamento strutturale e gestionale – ha ribadito , direttore generale di Coop Italia – è un problema di salute pubblica. Per questo abbiamo coinvolto la scienza, l’università, i medici dell’Asl e stiamo facendo la nostra parte. Ma non vogliamo essere soli su questa strada, speriamo che altri ci seguano».