Stop ai saldi liberi anticrisi: scoppia il panico tra i commercianti comaschi. La Regione ha deciso che, per le prossime due stagioni, non sarà più possibile effettuare vendite promozionali il mese precedente l’inizio ufficiale dei saldi. Dopo la sperimentazione, durata un anno, quest’anno sconti e ribassi termineranno l’8 giugno, in attesa dell’inizio dei saldi, fissato per il 6 luglio. E a Como, in cui i negozianti sono già nel pieno della guerra contro l’ampliamento della zona pedonale,
in molti bocciano l’iniziativa del Pirellone e puntano il dito contro la data d’inizio dei saldi. Quest’ultima, secondo i negozianti, viene fatta cadere nel pieno della stagione estiva, quindi rappresenta un danno per chi la merce che deve scontare l’ha pagata a caro prezzo e ha ancora i magazzini pieni. Non tutti, però, sono di questo avviso. Difende a spada tratta la decisione regionale il presidente di Confcommercio, Giansilvio Primavesi. «È positivo che la Regione abbia deciso di mettere un po’ d’ordine – esordisce – pur in periodo di crisi, non è pensabile che un negoziante sia costretto a ribassare tutto l’anno la merce. Ovvio che, alla fine, i conti economici dell’azienda ne soffrono. E pure i consumatori restano vittime di una confusione che non incentiva, di certo, i consumi». Resta il fatto che, in coloro che sono tutti i giorni dietro al bancone, l’incertezza e la rabbia sono tangibili. «Si tratta di un escamotage assurdo – commenta Patrizia Radice del negozio Dp in piazza San Fedele – sono sicura che, dal 9 giugno, i negozianti faranno a gara ad ingegnarsi con sconti più o meno camuffati alla cassa. A vantaggio di chi? Solo della grande distribuzione». Del resto, anche il clima inclemente ha già penalizzato non poco chi è costretto a esporre in vetrina t-shirt e infradito. «La cattiva stagione ci farà già chiudere la stagione con un bel segno negativo – riflette Romano Veronelli del Charme Uomo di via Pantera – per questo, invece che proibirci di fare ribassi in un mese piuttosto che in un altro, la Regione avrebbe dovuto spostare l’inizio dei saldi a metà agosto. Già a Como – sottolinea – siano fortemente penalizzati. Basti considerare la cronica insufficienza di parcheggi». Rappresenta, invece, una delle poche voci fuori dal coro quella di Monica Bertoni, dell’omonima pelletteria. «Sono favorevole allo stop dei saldi liberi, finalmente qualcuno ha pensato a mettere qualche regola – commenta – l’unico cruccio che mi rimane è quello di essere costretta a scontare borse estive quando ancora la stagione sara’ nel suo boom. Sempre ammesso – aggiunge – che quest’anno il sole si decida a fare capolino». Non vuole, invece, sentire ragioni, Rita Gavarini, dell’Officina della moda di via Rovelli. «Conosciamo tutti lo stato di difficoltà in cui si dibatte la nostra economia – scandisce – è, quindi, scandaloso che ci sia chi, non conoscendo nulla della difficoltà che incontrano i negozianti per arrivare a fine mese, si ostini ad imporci ogni giorno un nuovo balzello e un’ennesima costrizione. Chissà perché – precisa – un incentivo per chi vive di commercio non arriva mai». Non ne fa un dramma, invece, Diego Pasqualini, del New Shop, in via Cantu’. «Sarebbe meglio giovarsi degli sconti tutto l’anno – spiega – tenuto conto che in Svizzera i saldi iniziano sempre con un po’ d’anticipo. Ma, se si hanno clienti fedeli, non penso ne risentiremo». «Si tratta di una soluzione sbagliata – ribatte, invece, Miriam Turati, del Mi106 di via Milano – così siamo costretti a perdere incassi per un mese intero, poi dovremo mettere in saldo merce di stagione con la consapevolezza che abbiamo ancora i magazzini pieni. E per noi – sottolinea – questo rappresenta una perdita».
Sara Ballabio
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