Il messaggio parte da Varese, arriva a Roma e torna a Tradate: il lavoro artigiano deve percorrere le nuove “autostrade digitali” che stanno rivoluzionando il modo di fare impresa. E le imprese artigiane sono anche le migliori realtà deputate a farlo, per flessibilità e dinamismo.
Portavoce ne è il presidente nazionale di Confartigianato – il varesino Giorgio Merletti – che ritorna al FaberLab al termine dell’assemblea annuale della capitale. E non è un caso che nell’officina digitale di Confartigianato Varese si stia parlando del racconto d’impresa come valore inestimabile del business artigiano: «La realtà di FaberLab – afferma Merletti – intende intercettare ogni passo di questa rivoluzione».
Tre sono i requisiti di sopravvivenza in un futuro che è già iniziato: nessun timore reverenziale nei confronti della tecnologia, internazionalizzazione – intesa non solo come vendita dei propri prodotti all’estero ma soprattutto come capacità di relazionarsi con l’esterno in un dialogo sulle idee – e cultura del racconto.
«L’artigiano ha sempre tutelato il segreto – spiega Stefano Micelli, docente di gestione d’impresa all’università Ca’ Foscari di Venezia e vincitore dell’edizione 2014 del “Compasso d’oro” – Ma i tempi sono cambiati: la narrazione, attraverso i nuovi media, della propria storia imprenditoriale è parte stessa del valore del prodotto venduto».
Se il made in Italy è universalmente apprezzato e ricercato, il motivo risiede nella considerazione del lavoro artigiano nostrano come patrimonio culturale.
Lo sanno bene due imprenditori che hanno portato al FaberLab il loro esempio di piccole imprese che cavalcano la rete. Filippo Berto, della Berto Salotti di Meda, sfrutta in pieno ogni opportunità offerta dal mondo 2.0: «Social network, video e fotografia sono il mezzo per affermare la propria identità produttiva che, essendo artigiana, è unica ed irripetibile. Nei potenziali clienti c’è fame di storie, di immagini e di condivisione». Luca Carbonelli è invece erede di una torrefazione fondata a Napoli nel 1981: da prodotto locale, le sue miscele si sono trasformate in un brand che sta scalando la classifica delle vendite web. Tutto grazie a un luogo virtuale creato per comunicare con i clienti: «Il “salotto del caffè” è un blog dove ci relazioniamo con i consumatori, ascoltiamo le loro esigenze, i suggerimenti e le critiche – racconta – Lo “shopper” si sente così al centro di un progetto, vicino all’azienda anche se lontano fisicamente».
Storie di vita aziendale sono anche quelle contenute nel volume “L’impresa delle meraviglie”, edito da Confartigianato Imprese Varese: dal 2006 al 2013 centinaia di imprenditori del Varesotto hanno aperto le loro porte, raccontando problemi, soluzioni e risorse, a cavallo di quella crisi che li ha piegati ma non spezzati.
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