Esondazioni e frane Ecco le zone a rischio

Nella giornata di oggi tornano a farci visita alcune perturbazioni temporalesche che, però, non dovrebbero creare ulteriori disagi e danni al nostro territorio. Si tratterebbe (il condizionale è d’obbligo, visti i precedenti) ti temporali di violenza inferiore rispetto a quelli che si sono abbattuti sul Varesotto la scorsa settimana.

Insomma, sempre icrociando le dita, pericolo scampato, ma solo per qualche giorno. Nel fine settimana, infatti, le correnti provenienti dalle isole britanni potrebbero riservare nuovi nubifragi.

Rimangono quindi alcuni giorni di tempo asciutto e di sole per ricucire le “ferite” riportate in alcune zone del territorio.

Sorvegliate speciali restano quelle aree nelle quali i giorni scorsi si sono verificati smottamenti, a causa dell’incapacità dei terreni di trattenere ulteriori piogge. Una su tutte la zona di San Salvatore a Malnate dove la frana in via Marco Polo ha messo in allarme anche la sicurezza di alcune famiglie. Ma anche a Fagnano Olona, dove l’amministrazione comunale dovrá provvedere a una momentanea messa in sicurezza della struttura di sostegno della costiola di San Martino franata e di via Colombo.

«La nostra è una provincia che tra i suoi rischi potenziali, in caso di eventi eccezionali e imprevedibili, ha quello idrogeologico – spiega il prefetto di Varese, – Questa é una zona con molti corsi d’acqua. Martedì scorso abbiamo deciso di aprire la sala della Protezione Civile in prefettura perchè l’evento temporalesco e le sue ripercussioni erano tali da richiedere un coordinamento centrale da parte di tutti i soggetti competenti in materia di protezione civile».

Il piano d’emergenza provinciale, che fa capo alla centrale operativa della Prociv della Provincia di Varese, indica al suo interno nove siti a rischio idrogeologico da tenere costantemente monitorati. Si tratta di Maccagno e della Val Veddasca (attraversate dal torrente Giona), della zona di Cremegnaga sul fiume Tresa e poi quella di Sasso Galletto, a Laveno. Da tenere monitorate anche Valcuvia, Valganna, Porto Ceresio e Cuasso al Monte e il corso dell’Olona. Infine, sorvegliate speciali sono anche Somma Lombardo e Origgio, Comune attraversato dal fiume Bozzente.

Di norma, la macchina operativa della Protezione Civile provinciale entra in funzione nel momento in cui si verificano eventi eccezionali che le Prociv delle singole amministrazioni faticano a tenere sotto controllo e che, quindi, necessitano dell’attivazione di un protocollo di intervento di più ampio respiro.

La Regione Lombardia ha previsto nell’ambito della prevenzione meteorologica alcuni codici che indicano un certo stato di attenzione, allerta e allarme (codice di allerta 0: livelli di criticità assente, codice di allerta 1: livelli di criticità ordinaria, codice di allerta 2: livelli di criticità moderata, codice di allerta 3: livelli di criticità elevata).

In base ai fenomeni temporaleschi che le carte meteorologiche del centro geofisico prevedono, viene disposto un codice che viene comunicato alla centrale operativa della Protezione Civile provinciale che, a seconda dei livelli, predispone procedure di intervento mirate.

«Nella giornata di martedì – continua il prefetto Zanzi – non ci si aspettava un evento temporalesco tale da mettere in difficoltà la città di Varese. Così come sabato, non si poteva immaginare che venisse colpita principalmente la zona sud della provincia. Temporali violenti sono tipici di questo periodo, basti pensare all’evento catastrofico del 15 luglio del 2009. L’eccezionalità, in questo caso, c’è stata perché questi violenti temporali si sono ripetuti per diverse settimane di fila».

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