Festa della donna in vetrina «Non siamo oggetti, ma fiori»

In vetrina, per regalare un sorriso a tutte le donne e dire che la spensieratezza dovrebbe poter caratterizzare sempre la loro vita.La fiorista Cristina Mattavelli ha scelto di rappresentare e regalare un 8 marzo a tutta Cavaria e a tutte le persone che sono passate, ieri, da via Ronchetti lasciando in vetrina due fanciulle, simbolo della gioventù, della purezza e della serenità d’animo.

«In un periodo cupo, con tanti problemi e con le donne purtroppo sempre in mezzo a tante tribolazioni, abbiamo deciso di donare un messaggio di speranza con due donzelle che hanno tutta una vita davanti», racconta Paola Mattavelli, sorella di Cristina. «Non ha certamente uno scopo commerciale la presenza di due giovani in vetrina, piuttosto è l’espressione della bellezza rinascimentale che dà, appunto, speranza in una rinascita». Adelaide e Jenny, 16 anni entrambe, si sono divertite a trascorrere il pomeriggio dell’8 marzo nella vetrina di un negozio storico – fiorista da tre generazioni – che sta in un edificio del 1600, un tempo convento di Cavaria, il caseggiato più vecchio del paese.

«Facevamo inchini alle donne che passavano in omaggio alla festa dell’8 marzo, ma i saluti erano per tutti», racconta Jenny. «Quando i pedoni non ci notavano, bussavamo al vetro per avere indietro il loro sguardo curioso; invece molte persone, passate davanti al negozio in auto, hanno scattato foto alla vetrina. Beh, era davvero insolita e noi ci siamo divertite».

Bouquet di fiori in mano e qualche mimosa tra i capelli, vestite rigorosamente in nero come si confà agli attori di teatro, le due giovani hanno scelto di indossare anche una mascherina per ricordare il carnevale che cadeva proprio ieri, giorno della festa della donna. Ne è uscita un’iniziativa curiosa che, se farà parlare anche oggi e domani, potrà solo fare del bene alla causa delle donne, messe in mostra non certo a scopo commerciale. Piuttosto per dire proprio il contrario: la donna non è un oggetto da vetrina, in vendita e deve avere una propria vita da vivere, da curare e coltivare come un fiore.

Il messaggio è passato lungo la strada provinciale, trafficata, dove le vetrine della fiorista di via Ronchetti si affacciano, in una zona storica di Cavaria, di fronte alla stazione ferroviaria e accanto a un semaforo dove, chi era sull’auto in attesa del verde non ha potuto non notare le due ragazze e ricevere un saluto. Un saluto e un sorriso per riportare l’attenzione sulle donne e poter guardare avanti con coraggio e più fiducia nel mondo.

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