«Ho 26 anni e amo la terra» Storia di impresa e passione

«Credo che oggi più che mai ci sia un grande bisogno di tornare alla terra». Gianluca Gemmo, 26 anni, alla terra ci è tornato nel 2011. Per seguire una grande passione e fare impresa. Gemmo è il proprietario dell’azienda ortofrutticola “L’orto di bosco”, con sede in via Fabiasco, selezionata dalla Fondazione Campagna amica, per un’Italia sostenibile. La storia di questo giovanissimo imprenditore ispira. Trae forza direttamente dalle radici, dalla terra.

«Finita la scuola ho trovato lavoro – racconta Gemmo – Ma non ero soddisfatto. Cercavo altro, una vita diversa. E ho scelto». Una scelta a 360 gradi: niente televisione, niente social, con la mail utilizzata esclusivamente per lavorare. «Ho degli appezzamenti di terreno a Montegrino, purtroppo non tutti collegati tra loro – racconta – Ma l’impresa funziona bene e il mio obiettivo è quello di migliorare sempre più».

In questa terra Gemmo coltiva verdura e ortaggi di stagione: «Credo ci sia un gran bisogno anche di questo. I clienti devono tornare a imparare cosa è di stagione e cosa non lo è – spiega l’imprenditore – Con la grande distribuzione si è tutto confuso». E si è perso molto dei veri sapori. Dalla terra di Gemmo nascono carote, verze, cavoli, zucchine, zucche, spinaci, peperoni e pomodori. Nascono e crescono secondo i veri ritmi della natura, per questo sono eccellenti.

E lo sanno bene i clienti che cercano Gemmo nei mercati agricoli di mezza Lombardia. «Non ortofrutticoli – precisa – Io vendo ai privati e cerco di fornire la scelta più vasta». L’orto di bosco produce anche mirtilli, kiwi e meloni, sempre in base alle stagioni. La giornata tipo del giovane imprenditore? «Non esiste – sorride – Le giornate di un coltivatore sono regolate dalla natura, dal tempo, ad esempio. Diciamo che la sveglia è alle 5, soprattutto d’estate. Altrimenti poi diventa troppo caldo». Scelta vincente? «Sì, almeno per me – conclude Gemmo – C’è soprattutto tra i giovani un’idea distorta del lavorare la terra. Fatica per poco. Ma è un luogo comune. La fatica c’è, ma non esiste un lavoro riposante. Ma c’è anche il guadagno. È la voglia di crescere sempre più non manca. Io sento di avere un futuro».

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