La querela dell’assessore cade dopo 8 anni. Felli prosciolto

L’allora primo cittadino fu accusato di diffamazione dall’estromessa Zezza

Con la sentenza della Cassazione, che ha stabilito la completa infondatezza delle accuse, si è definitivamente conclusa la vicenda giudiziaria che ha visto coinvolto, dal 2009, l’ex sindaco di Gemonio , attuale consigliere di minoranza.

Nell’autunno di otto anni fa, l’allora primo cittadino gemoniese, in chiusura del suo primo mandato, era stato querelato dal suo assessore a cui Felli aveva tolto le deleghe; le spiegazioni fornite pubblicamente riguardo la sua decisione, rilasciate dal sindaco anche a mezzo stampa, non erano piaciute all’assessore estromesso che aveva denunciato il primo cittadino, chiedendo un risarcimento di ventimila euro.

Nel processo di primo grado, durato due anni, il tribunale di Varese aveva assolto Felli perché il fatto non sussisteva. La controparte allora aveva fatto ricorso alla Corte d’Appello di Milano che con una sentenza dell’estate 2016 ha ritenuto colpevole l’ex sindaco di Gemonio, condannandolo a rifondere le spese legali e a corrispondere al suo ex assessore un indennizzo da quantificarsi poi in un apposito procedimento in sede civile.

Questa volta, è stato Felli a impugnare la sentenza di Appello e a ricorrere in Cassazione che nell’estate di quest’anno ha sancito l’annullamento definitivo della decisione presa dai giudici della Corte d’Appello.

Come si legge nella sentenza della Cassazione «un pubblico amministratore ha il diritto, oltre il dovere, di informare la cittadinanza», riconoscendo anche «il diritto di critica politica nei confronti dell’operato dei suoi collaboratori», stabilendo che «i toni usati dalla critica non dovevano ritenersi offensivi della dignità e reputazione personale e che l’avvicinarsi della tornata elettorale rendeva di attualità fatti accaduti in anni precedenti».

A Felli dovranno essere restituite le somme versate al suo ex assessore dopo la sentenza d’Appello. «Fin dal primo momento ho ritenuto che tutta questa vicenda fosse impostata su dei fatti che non si sarebbero dovuti considerare di una gravità tale da dover comportare un iter giudiziario così lungo e articolato – commenta l’ex sindaco – ritengo che un sindaco abbia il dovere di informare i cittadini di quello che accade all’interno del palazzo comunale; tutto ciò al di là del tono, magari un po’ deciso e colorito, doveva intendersi un’azione da ricomprendersi nell’ambito della dialettica politica e non un attacco personale».