La Tasi parte peggio dell’Imu Caos aliquote e maxi salasso?

Tasi, regna la confusione: a dieci giorni dalla scadenza per la determinazione delle aliquote e a un mese dal termine della prima rata (16 giugno), solo dieci Comuni su 139 hanno già fatto il loro dovere. A Varese il sindaco Fontana promette: «Aliquote da approvare in tempo per non far pagare l’intera tassa, più pesante, a dicembre».

Se in tutta Italia le stime di Confedilizia parlano di circa 900 Comuni su 8mila già in regola con la definizione delle aliquote Tasi (Tassa sui servizi indivisibili), in provincia di Varese sono appena una decina su 139, stando a quanto riportato sul portale del Dipartimento delle Finanze, le amministrazioni che hanno già stabilito quanto faranno pagare la nuova tassa extra sugli immobili.

Eppure, con la scadenza per pagare la prima rata fissata al 16 giugno, il Governo ha stabilito che i Comuni dovranno determinare le aliquote Tasi entro il 23 maggio, altrimenti il pagamento dell’imposta slitterà a dicembre. «Dobbiamo farcela – fa sapere il sindaco di Varese Attilio Fontana – per evitare un’unica tranche a dicembre, che sarebbe troppo pesante per i cittadini».

Dai conti provvisori infatti, rivela il sindaco, «per coprire il mancato introito Imu sulla prima casa e quello sugli immobili industriali, l’aliquota Tasi da applicare tenderà verso il massimo». Ovvero il 2,5 per mille, mentre la giunta Fontana propenderebbe per non applicare detrazioni, «che costringerebbero a far pagare una Tasi più alta a tutti gli altri». In ogni caso, è corsa contro il tempo per approvare le aliquote, mentre i cittadini sono ancora all’oscuro di quanto questa nuova tassa peserà sulle loro tasche.

Per ora regna l’incertezza: anche chi, come Gallarate, si è già messo in regola con il bilancio preventivo, ha preferito rinviare le aliquote Tasi, mentre ad esempio a Dumenza, si è optato per far pagare a giugno una rata più pesante della Tari (la componente rifiuti), il 70% della vecchia Tarsu, per incassare subito e poi stabilire l’aliquota Tasi.

«Non abbiamo approvato la Tasi perché stiamo cercando di evitare che si trasformi in una batosta per i cittadini, lavorando sul riequilibrio delle spese dei servizi tra Tari e Tasi – è ancor più duro il sindaco di Busto Arsizio Gigi Farioli – purtroppo il decreto sugli 80 euro di Renzi, ammesso che siano davvero 80 euro, poggia gran parte delle sue coperture su ulteriori tagli a carico degli enti locali, così gli amministratori saranno costretti ad aumentare le aliquote per far quadrare i conti».

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