«Pronti ad accogliere, ma non da soli»

L’Alto Verbano si confronta sui migranti: Comunità Montana, Caritas, Comuni e coop allo stesso tavolo: «Fenomeno epocale, giusto riflettere insieme. Ma gli enti superiori capiscano le ricadute territoriali»

– Il tema accoglienza dei migranti sta assumendo grande importanza nell’alta provincia e anche la Comunità Montana Valli del Verbano si sta spendendo per meglio inquadrare e rispondere al fenomeno. A Cassano Valcuvia si è svolto un incontro tra presidenza della Comunità Montana, sindaci del territorio, Caritas di Como e Milano con i suoi responsabili di zona ed il responsabile della Cooperativa Intrecci e della Cooperativa Agrisol, gestore di molti punti di accoglienza nell’alta Lombardia e in provincia di Varese.
Le situazioni di Maccagno con Pino e Veddasca, che accolglie 23 profughi arrivati da Lampedusa, quella di Dumenza, con nove richiedenti asilo ospiti nei locali della parrocchia, e quella futura di Lavena Ponte Tresa, dove a novembre arriveranno 50 migranti (la concentrazione più elevata nell’alta provincia), impongono una riflessione e un’organizzazione che il territorio responsabilmente deve fare.

Il ruolo dell’ente montano vuole battere questa strada, concordare i diversi punti di vista nell’ottica della rigida imposizione delle prefetture per far fronte a quella che non deve essere affrontata solo come un’emergenza.
«Un modo di operare che vuole partire dall’analisi del fattore accoglienza da parte dell’intero territorio –commenta , presidente di Comunità Montana Valli del Verbano- Un impegno per sensibilizzare e trovare una gestione efficace a quello che ormai è un fenomeno epocale».

Un lavoro che avrà maggior estensione in futuro, quando le accoglienze si svilupperanno maggiormente e la necessità di reperire alloggi dovrà essere concreta. Ma anche per puntare su un tipo di accoglienza che favorisca le famiglie di migranti piuttosto che i singoli, che effettui una giusta informazione, rimarcando che i Comuni non spenderanno un euro e non ci sarà nessun obbligo di residenza per loro.
«Abbiamo sottolineato anche problematiche importanti –prosegue Piccolo- come il fatto che solo il 20 o 30% dei migranti accolti potrà

ottenere lo status di rifugiato e i restanti resteranno sul territorio come irregolari». Il compito di un ente di secondo livello, oltre a concretizzare le volontà degli amministratori del territorio, è anche quello di sensibilizzare gli enti superiori sulle ricadute territoriali. «Un tema che deve essere affrontato da più punti di vista –è il commento di , assessore della giunta Piccolo- tra questi la sicurezza del territorio che si accinge a questo sforzo. L’accoglienza necessita di un impegno costante da parte di tutte le istituzioni».