I primi 70 anni di Confapi. «Un orgoglio per il territorio»

Ieri l’incontro per festeggiare e presentare le novità. «Il futuro passa dalla digitalizzazione e dai giovani»

Grande fermento in casa Confapi, che festeggia 70 anni ma non li dimostra. L’associazione per il sostegno alla piccola e media impresa varesina ha celebrato l’anniversario con una giornata aperta a tutti, ieri, per presentare le novità che la rendono sempre al passo con i tempi.

Numerosi gli ospiti ed esperti con cui gli imprenditori hanno avuto occasione di intrattenersi, in particolare la palleggiatrice della Unet Yamamay, Noemi Signorile, e il direttore generale della pallacanestro Varese, Claudio Coldebella. Lo sport è stato infatti preso a modello dell’importanza di fare squadra per ottenere successo. «Il mio ruolo è come quello dell’imprenditore – ha commentato Noemi Signorile – A noi spetta il compito di gestire le risorse, mantenere coeso il gruppo e puntare a vincere, mettendo da parte i particolarismi».

Presente anche il sindaco di Varese, Davide Galimberti, che ha fatto gli auguri a Confapi e ha ricordato come l’associazione sia motivo di orgoglio per il territorio. «Viviamo un momento particolare – ha commentato il sindaco, riferendosi alla congiuntura economica – e proprio per questo è importante lavorare in sinergia. Amministrazione ed economia devono andare insieme nella stessa direzione e la burocrazia non può fallire il compito di rendere la vita più semplice».

In effetti, dei costi della burocrazia hanno parlato Marta Pensotti Bruni e Carlo Maria Andò, esperti commercialisti fiscalisti di Ernst&Young. «La troppa burocrazia, la difficoltà a raccogliere capitali e le tasse altissime sono tra gli elementi che più scoraggiano gli imprenditori stranieri – spiega Marta Pensotti Bruni – In Italia un’azienda impiega circa 267 ore all’anno per il disbrigo delle pratiche burocratiche finalizzate al pagamento delle imposte, contro le 175 ore di media degli Stati Uniti».

Secondo uno studio di Assolombarda la burocrazia costa alle piccole imprese circa il 4% del fatturato, con però forti discrepanze tra i settori, per cui si passa da 108 mila euro l’anno per un’impresa chimica a 710 mila euro per un’impresa meccanica. A danneggiare le attività produttive sarebbero anche i tempi troppo lunghi per il disbrigo delle pratiche. «Con la stagione delle riforme inaugurata da Monti – aggiunge Andò – si sono però registrati alcuni segnali positivi, soprattutto grazie ai processi di digitalizzazione in atto e agli incentivi per l’innovazione tecnologica».

«Il futuro dell’impresa è la digitalizzazione – assicurano i consulenti di Ernst&Young – L’industria 4.0 è la vera rivoluzione, che viene dopo la terza, negli anni Settanta, caratterizzata dai processi di informatizzazione». Nuove tecnologie, innovazione e nuovi posti di lavoro, o meglio un nuovo modo di concepire il lavoro: il futuro è giovane. «Lavoriamo sempre di più a contatto con giovani e giovanissimi – confessa Pensotti Bruni – c’è un grande fermento tra i ragazzi, che vedono davanti a loro l’opportunità di realizzare le proprie idee. Il modello di riferimento è il fondatore di Facebook, Mark Zuckerberg, ma tutti sognano di sfondare con start up di successo». A tal proposito, nel pomeriggio di ieri si è costituito il gruppo dei giovani imprenditori di Confapi, circa una quindicina, che si propone appunto di realizzare start up innovative. Quel che si dice: settant’anni e non sentirli.